Lettera di una donna malata di tumore in cura al Radiosurgery Agropoli: «Non chiudetelo»

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Lettera di una donna malata di tumore in cura al Radiosurgery Agropoli: «Non chiudetelo»

La donna che scrive al Giornaledelcilento.it è una donna speciale. Ha deciso, nonostante un tumore tornato dopo dieci anni dal primo, di lottare per sopravvivere al male e lottare per scongiurare la chiusura del Centro Radiosurgery di Agropoli, una eccellenza nella cura dei tumori. A condividerla è Anna Petrizzo, di Agropoli, socio fondatore e membro del Comitato di Diritto di Cura. 

«Ad Agropoli, precisamente alle spalle di ciò che è rimasto del presidio ospedaliero cittadino dismesso nell’autunno del 2013 e oggi sostituito con un Psaut, da dodici anni è attivo un centro di prima eccellenza in tutta Europa per la cura dei tumori con radioterapia stereotassica, un’innovativa tecnica radioterapica che permette di uccidere le cellule tumorali in maniera mirata. – spiega Anna Petrizzo – Ogni anno il Malzoni Radiosurgery Center, diretto da Valerio Scotti, offre i propri servizi ad oltre 700 persone, provenienti da ogni parte d’Italia. Un esempio virtuoso di ‘buona sanità’, che rappresenta un punto di riferimento per i cittadini che hanno bisogno di mani esperte e strumenti all’avanguardia, e che genera profitti, come dimostrano i bilanci degli ultimi anni, chiusi sempre in positivo. Col valore aggiunto di essere, per il 51%, un bene di proprietà dei cittadini».

«In tutta questa storia, come ci si poteva aspettare, c’è un “ma”. – aggiunge spiegando cosa è successo negli ultimi mesi – Senza addurre una spiegazione convincente, l’Asl Salerno, che appunto detiene la quota di maggioranza, ha deciso di concludere la sperimentazione gestionale della struttura, avviata nel 2004, in partecipazione con l’Istituto Clinico Mediterraneo, l’ente privato proprietario delle quote restantiI pazienti in cura con le relative famiglie ed i cittadini tutti, si oppongono a questa scelta ingiustificata, che sembra non voler far altro che umiliare ulteriormente una terra già martoriata con la chiusura dell’Ospedale Civile di Agropoli». 

Ecco la lettera della paziente, la pubblichiamo integralmente

Gentile lettore /redattore

Siamo abituati ogni giorno a leggere vicende negative riguardanti la nostra regione , io vorrei parlarvi della mia esperienza positiva in campo sanitario .

Ho 72 anni e circa 10 anni fa mi e’ stato diagnosticato un tumore  al polmone , mia figlia era  un giovane medico e dopo avere consultato vari medici in Campania , decise di portarmi a Milano in un centro di eccellenza dove sono stato sottoposto a due interventi chirurgici  a distanza di 3 anni , conservativi  per fortuna che mi hanno permesso di vivere   la mia vita .

A dicembre di quest’anno , durante un controllo , l’incubo e’ tornato . Essere malati di cancro , significa essere  un  malato  cronico , continui a vivere la tua vita , o cerchi di viverla  facendo credere a tutti che non hai paura , ma puntualmente quando si avvicina il giorno del controllo il tuo cuore batte forte, pensi mille cose , sei nervoso perche’ lui vive con te e potrebbe risvegliarsi.

Le mie paure si sono tramutate in realtà ; e’ tornato …e questa volte piu’ forte di prima ….era il 22 dicembre  , il controllo fatto 6 mesi prima era andato bene , avverto un dolore forte al petto  , una morsa , tutti pensavano ad un infarto ed invece era il mio polmone si era sgonfiato , cosi poi mi hanno spiegato , a causa di quel mostro che lo aveva occluso , la paura era tanto , mi mancava davvero l’aria non potevo muovermi anche solo girare la testa mi faceva mancare il respiro anche con ossigeno.

E poi pensavo …..questa volta non ce la faro’ oggi e’ il 22 dicembre ..tutti i dottori piu’ bravi saranno già alle Maldive …che brutto Natale sarà per la mia famiglia , non vorrei dargli questo dispiacere. Invece compare un angelo,  un giovane chirurgo , perche’ i giovani devo proprio dirlo hanno ancora la voglia di cambiare le cose che non vanno , nonostante spesso si trovano a lavorare in dei posti poco dignitosi ce la mettono proprio tutta. Intervento andato bene , esco dalla sala e riprendo a respirare senza ossigeno ma sapevo che iniziava ancora una volta quel percorso lungo  post operatorio in cui devi sottoporti a chemioterapia  e radioterapia . Questa volta la mia età era cambiata , le mie condizioni fisiche erano diverse , certo non sarei potuto arrivare a Milano dal quel bravo professore che mi aveva salvato. Ero  demoralizzato  , e invece  quel giovane dottore che mi aveva salvato  mi indico’ un centro di eccellenza , il  Malzoni Radiosurgery ad Agropoli .

Era il 24 dicembre , Il direttore del centro , Dott Scotti mi aspettava per la visita . Sbalordito e poco fiducioso mi devo ricredere ,  trovo ad Agropoli un centro nuovo , accogliente ,tutti gentili , i pazienti che uscivano quel giorno dal centro avevano il sorriso ed avevano con gli operatori sanitari un rapporto umano.

Il dott Scotti guarda la mia TAC e con serenità mi dice che entro pochi giorni avrei iniziato le mie terapie .

Oggi io sto meglio , ma vi scrivo perche’ hanno messo in liquidazione il centro , nonostante abbia bilanci in attivo da 4 anni . Io e i pazienti abbiamo istituito un comitato “diritto di cura “ e visto che le istituzioni non fanno niente per rassicuraci abbiamo deciso di essere noi stessi i portavoce di un grido di aiuto , non possono sottrarci le nostre terapie , il tempo non e’ dalla nostra parte , per queste malattie e’ tiranno , vivere ogni giorno con la paura che sia l’ultimo giorno e’ un incubo , non possono chiudere un centro di eccellenza , non lo permetteremo.

Spero possiate pubblicare la mia storia , un grido di aiuto alle istituzioni e un grido di speranza  per chi come me ha ripreso a credere che anche in Campania ce la posso fare.

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