Vallo della Lucania: sequestrata la clinica “Luigi Cobellis”

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Vallo della Lucania: sequestrata la clinica “Luigi Cobellis”

È stata sequestrata la clinica privata “Luigi Cobellis” di Vallo della Lucania. Il provvedimento adottato dal sostituto procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, è dovuto alla presenza del batterio della Legionella oltre alla “Pseudomonas Aerugionsa”.

Il caso era nato nel mese di luglio del 2010 quando una donna, ricoverata presso la clinica Cobellis, è morta a causa della infezione da legionella, stando agli inquirenti. Già dopo la morte della signora erano stati effettuati i controlli dall’ARPAC che avevano confermato una grossa presenza del batterio. Lo scorso 7 giugno l’ARPAC ha effettuato nuovamente i controlli riscontrando valori superiori alla norma del batterio della Legionella.

Il direttore sanitario della clinica “Cobellis”, Aldo Rescinito, si difende: “’Non si può non esprimere perplessità in ordine all’esito delle analisi espletate in sede di controllo amministrativo tra l’altro effettuato in violazione della garanzia del contraddittorio, sia pure sollecitato dalla casa di cura. Assicuriamo l’utenza e la comunità tutta che sono state sempre rispettate le linee guida dettate dal ministero della Salute a salvaguardia dei pericoli insiti nell’assistenza sanitaria. La casa di cura attende fiduciosa la conclusione degli accertamenti avviati dall’autorità giudiziaria nel rispetto della delicata funzione demandata dall’ordinamento al pubblico ministero a garanzia del fondamentale diritto alla salute dell’individuo e della comunità”

Oltre al direttore sanitario, sono indagate altre quattro persone: l’amministratore unico della clinica Massimo Cobellis, i procuratori speciali della ZEP Italia s.r.l. responsabili del trattamento dell’acqua sanitaria della clinica Alessandro Brighenti e Marco Luigi Danieli e il direttore del dipartimento di prevenzione dell’ASL Salerno 3 Giuseppe di Fluri. Tutti e cinque sarebbero responsabili di negligenza nei confronti del sistema preventivo di contaminazione della rete idrica esponendo i pazienti e il personale della clinica al rischio di contagio del batterio della Legionella e della “Pseudomonas Aeruginosa”.

La struttura è stata sequestrata e, il sostituto procuratore, ha ordinato la bonifica immediata dell’impianto idrico della clinica, senza prevedere il trasferimento dei pazienti attuali della clinica, ma sono stati limitati i ricoveri.

Questo non è il primo caso di malasanità che coinvolge la clinica Cobellis. L’anno scorso, Maria Cammarano di 86 anni è morta, sostengono i figli, “perché le hanno bucato l’intestino durante un intervento per calcoli alla colecisti”. “Le hanno bucato un’ansa – dichiarò la figlia Lucia – ma ancora più grave, è il fatto che, nonostante le sue condizioni continuassero a peggiorare, non si siano resi conto della gravità del caso. Per due giorni non è stato fatto nulla. Nemmeno una Tac. E Perciò, l’abbiamo trasferita al San Luca”. La diagnosi che le venne fatta nell’ospedale pubblico di Vallo della Lucania era chiara: “Perforazione ileale, flemmone della parete addominale, shock settico”. Nonostante un operazione d’urgenza la donna non si è ripresa e a novembre è morta.

Nella vicenda che ha coinvolto Maria Cammarano un altro giallo. La figlia Lucia: “Avevo contattato il Tg2, hanno fatto un servizio: mai andato in onda. Una decisione adottata dalla Rai dopo una telefonata partita proprio dalla clinica Cobellis”.

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