«Man, where are You?», Claudio Martinenghi espone a Sapri: 50 opere sull’uomo e le sue sconfitte

| di
«Man, where are You?», Claudio Martinenghi espone a Sapri: 50 opere sull’uomo e le sue sconfitte

Una esposizione di oltre 50 opere sul tema dell’abbrutimento dell’uomo e del suo allontanamento dai valori che hanno legato insieme l’umanità e Dio. Per tutto il mese di agosto nell’ex istituto scolastico Santa Croce a Sapri sarà possibile visitare la mostra del maestro Claudio Martinenghi, dal titolo «Man, Where are You?». Ad organizzarla è l’associazione culturale Incipit. «Siamo grati al maestro per aver scelto la nostra città per la sua mostra – ha commentato il sindaco Giuseppe del Medico – Consapevoli che l’investimento in cultura e in ogni forma di arte rappresentino un fattore determinante per lo sviluppo socio-economico di un territorio, sin dai primi attimi del nostro percorso amministrativo abbiamo sostenuto iniziative culturali, artistiche e  sociali capaci di esprimere, attraverso le arti e le forme più diverse, tutta la straordinarietà degli atti e dei pensieri dell’esperienza umana».

Il progetto “Dove sei?” è la domanda che la Divinità rivolge all’uomo subito dopo averlo visto mangiare il frutto dell’albero proibito. La Divinità sa benissimo dove si trova Adamo fisicamente, ma si rivolge a lui chiedendogli dove sia la sua umanità, che fine ha fatto, che strada ha deciso di intraprendere. Adamo è un uomo disorientato, che ha perso il suo posto nella creazione perché persegue il potere, la voglia di dominio su tutto, la voglia di essere come Dio, di superarlo. L’uomo scopre il suo limite e non lo accetta e pretende di poter sovrastare l’altro (Dio) e di dominarlo. Lo stesso accadrà a Caino nell’uccisione di Abele. Scoprendo il proprio limite agli occhi della Divinità, Caino non “tollera” il favore che questi concede ad Abele e decide di superare il rivale eliminandolo. Dio chiede a Caino “Dove è Abele, tuo fratello?”. La domanda fatta da Dio all’umanità (Adamo) diventa sociale (Caino) sottolineando come la frattura che inizialmente nelle scritture sacre si consuma tra Dio ed uomo, diventa una frattura nel rapporto tra fratelli, tra uomo ed uomo, una frattura sociale diffusa. È da questa consapevolezza che prende vita l’opera di Claudio Martinenghi. Il tratto potente, i colori accesi, la disperazione che si legge nelle anatomie maschili, mirano a rappresentare la disumanizzazione dell’uomo, il suo essere animale, la sua incapacità di intessere relazioni che possano salvarlo, l’inadeguatezza al proprio limite nei confronti del mondo spirituale e naturale. È un uomo sconfitto quello di Martinenghi, che ha ceduto alle pulsioni e che si è isolato, abbrutendo se stesso e il genere umano.

È un appello alla conversione spirituale e civica quello urlato a Gerusalemme, lo stesso appello che strappa l’anima osservando l’opera di Martinenghi, in cui l’uomo ci appare in tutta la sua decadenza.

©

Consigliati per te

©Riproduzione riservata