Mare Libero diffida Sapri e Camerota: «Concessioni balneari scadute ma stabilimenti ancora attivi»
| di Marianna Vallone
L’associazione Mare Libero ha notificato nei giorni scorsi una diffida ai Comuni di Sapri e Camerota e agli uffici locali della Guardia Costiera, contestando la prosecuzione delle attività balneari su aree demaniali nonostante la scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023.
Secondo l’associazione, in entrambi i Comuni «si continua a consentire l’occupazione degli arenili da parte di soggetti ormai privi di titolo, in violazione delle norme nazionali ed europee e delle recenti sentenze di Consiglio di Stato e TAR».
Nel caso di Sapri, Mare Libero sottolinea che, nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione comunale e l’annuncio di gare imminenti, nessun bando pubblico è stato finora pubblicato, e gli stabilimenti hanno iniziato la nuova stagione posizionandosi regolarmente in spiaggia.
Diversa la situazione a Camerota, dove con una delibera di giunta del 6 febbraio 2025 è stata disposta una proroga delle concessioni fino al 2027, provvedimento che – secondo l’associazione – si pone in aperta violazione delle pronunce giurisprudenziali che hanno dichiarato illegittime tutte le proroghe automatiche.
Mare Libero spiega anche che la sentenza n. 517 del Consiglio di Stato (15 gennaio 2025) ha ribadito che tutte le proroghe delle concessioni balneari in assenza di gara sono da considerarsi nulle e che le amministrazioni sono tenute a disapplicare le leggi nazionali che contrastano con il diritto europeo. Anche il TAR Campania, in precedenti ricorsi, ha confermato l’obbligo per i Comuni di indire nuove gare e ha annullato proroghe analoghe in altri centri del litorale.
“Mentre da una parte si promettono gare e piani spiaggia condivisi, dall’altra si continua ad agire in deroga alla legge, permettendo l’occupazione delle aree demaniali senza alcun titolo”, afferma Mare Libero in una nota.
“Nel caso di Camerota – aggiungono – si è addirittura proceduto a una proroga esplicita, ignorando completamente i pronunciamenti della magistratura”.
L’associazione, attiva da anni sul fronte della legalità demaniale, contesta anche il comportamento della Guardia Costiera, che – a fronte delle segnalazioni – non avrebbe preso provvedimenti concreti. In particolare, si fa riferimento alla mancata applicazione dell’art. 49 del Codice della Navigazione, che prevede il censimento e la verifica delle occupazioni abusive.
Con la diffida inviata nei giorni scorsi, Mare Libero chiede che «venga immediatamente vietata la prosecuzione delle attività agli ex concessionari privi di titolo; siano avviati i procedimenti di incameramento o demolizione dei manufatti presenti; siano applicate le sanzioni per abusivismo demaniale e edilizio, come previsto dall’art. 1161 del Codice della Navigazione.
L’associazione ha inoltre trasmesso la documentazione alle autorità regionali e nazionali, sollecitando anche la Corte dei Conti a valutare eventuali danni erariali derivanti dall’omessa riscossione dei canoni e dalla mancata attivazione delle gare.
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