Nel salernitano 15 chilometri di litorale non balneabili, è allarme per la depurazione che non c’è

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Nel salernitano 15 chilometri di litorale non balneabili, è allarme per la depurazione che non c’è

Quindici chilometri e mezzo di litorale salernitano non saranno balneabili la prossima estate, perché inquinati da coliformi fecali, indice dell’immissione a mare di acque insufficientemente o per nulla depurate. Un dato sostanzialmente non diverso da quello di 12 mesi fa. È quanto emerge dalla delibera della Giunta regionale che individua, per le province di Napoli, di Caserta e di Salerno le aree idonee alla balneazione per l’inizio della prossima stagione balneare. L’elenco è il risultato del monitoraggio Arpac condotto durante la scorsa stagione balneare. Per effettuare i prelievi, l’agenzia dispone di una flotta di sette imbarcazioni, tra cui il battello oceanografico Helios. I campioni sono poi analizzati nei laboratori dell’agenzia. Sono 367 i punti di campionamento dispiegati lungo quasi 500 chilometri di costa campana.

Più di 4mila campionamenti all’anno per i 60 comuni costieri della regione. Circa 30mila le analisi all’anno. Nel salernitano resta irrisolto il problema del carico inquinante che i fiumi immettono amare. Gran parte delle aree dove sarà vietato tuffarsi, infatti, sono allo sbocco dei corsi d’acqua dolce. Partendo da nord, il primo imputato è il fiume Dragone. Inquina lo specchio d’acqua davanti all’omonima spiaggia, ad Atrani. Il Regina Minor sporca le acque marine di Minori in tre punti, dove è vietata la balneazione. A Cetara tuffi proibiti davanti alla spiaggia interna al porto. Mare off limits in tre tratti a Vietri sul Mare. Colpa del fiume Bonea, che porta alla foce acque non depurate. Non stanno meglio l’Irno e il Picentino. Pure essi ricevono acque non depurate e, a loro volta, pregiudicano la balneabilità del mare tra Salerno e Pontecagnano. Asa, Tusciano, Idrovora rendono off limits il bagno tra Pontecagnano, Battipaglia ed Eboli.

Divieto di balneazione anche a Capaccio all’altezza delle foci del Sele, del Capo di Fiume e del Solofrone. Proseguendo verso il Cilento, l’Arpac segna in rosso due punti di costa nel comune di Agropoli: foce Solofrone e foce Testene. A Castellabate eMontecorice mare proibito nel tratto del Vallone Arena. Più a sud, nel comune di Casalvelino, colibatteri e coliformi impazzano in prossimità della foce del fiume Alento. A Pisciotta non si nuota all’altezza del Vallone San Macario, a Scario nel mare di fronte alla s p i a g g i a che è p o s t a all´uscita del porto. Divieto di balneazione a Santa Marina e Centola, in prossimità delle foci dei fiumi Bussento e Lambro. Paolo Abbate, ambientalista della Lipu, da anni impegnato nel denunciare la mancata depurazione in provincia di Salerno, commenta così i dati dell’Arpac: «I Comuni non hanno ancora trovato il modo di gestire efficacemente il sistema di depurazione. Ce ne sono perfino alcuni che sono completamente privi di impianto e immettono le acque nere direttamente nei corsi d’acqua».

fonte: corriere del mezzogiorno

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