Meeting del mare lontano da Camerota, Scarpitta: «Sconfitta politica, ora c’è bisogno di fatti e non parole»

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Meeting del mare lontano da Camerota, Scarpitta: «Sconfitta politica, ora c’è bisogno di fatti e non parole»

«Come tutti i cittadini di Camerota ho appreso con profonda tristezza l’annuncio relativo al probabile ‘trasferimento’ del Meeting del Mare lontano da qui. La prima sensazione che ho avuto è stata quella della sconfitta (ulteriore), il primo pensiero è andato al nostro Paese, la nostra gente, la prima reazione che mi sono imposto è quella del fare». E’ il commento di Mario Scarpitta, consigliere di opposizione del Comune di Camerota, all’indomani della notizia che Camerota non sarà più location del Meeting del mare. Il suo ideatore, don Gianni Citro, ha deciso di trasferire l’evento in altre tre località marinare del Cilento per mancati accordi con il Comune camerotano. Il parroco parla di «inadempienze» in termini economici che però il sindaco Romano non condivide.

«La sconfitta della politica è nelle cose semplici, negli elementi di base che – venendo a mancare – minano le fondamenta su cui un Paese si fa Comunità ed attraverso le quali costruisce un futuro fatto di speranza e sviluppo. – ha detto Scarpitta, che ha aggiunto – In qualità di consigliere comunale chiederò conto a chi amministra (male) cosa ha fatto Camerota negli ultimi anni per continuare a meritarsi il Meeting. Da uomo della gente darò tutto il mio sostegno agli organizzatori per salvare tutto ciò che è salvabile già da quest’anno ed aumenterò la velocità e l’intensità della battaglia per riportare a casa un evento che – da tempo – ha risposto alla più grande esigenza di un territorio affamato: la destagionalizzazione, una brutta parola che per chi vive di turismo come noi si può tradurre con ossigeno allo stato puro».

Il consigliere ha poi spiegato che «se c’è ancora una possibilità per mantenere il Meeting a Camerota, quella possibilità – al di là della politica – va conservata, perseguita con le unghie e con i denti, come fanno le persone vere, non i professionisti dell’equilibrio. Parlerò con gli organizzatori e tenterò, con la gente, di supplire alle inefficienze d’una maggioranza di governo che l’unico attaccamento che dimostra è ad una poltrona che si fa sempre più bollente. L’unica direzione del cammino – ha detto – è avanti.  Con tutti gli uomini e le donne del fare. Che il Meeting appartenga a Camerota non basta dirlo a parole, è arrivato il momento di dimostrarlo coi fatti. – ha concluso –  Riconquistiamo il Meeting e tutto quanto esso rappresenta, riprendiamoci il Paese che vogliamo, riscopriamo la nostra identità, il nostro essere comunità ed il diritto a rivendicare ciò che è nostro perché ce lo siamo meritato».

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