Minacce di morte e proiettili al giornalista del Giornale del Cilento: «O la smetti o muori»

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Minacce di morte e proiettili al giornalista del Giornale del Cilento: «O la smetti o muori»

Proiettili e lettere contenenti minacce di morte chiuse in buste bianche. E’ il messaggio recapitato al giornalista del Giornale del Cilento e del Corriere del Mezzogiorno, Luigi Martino. Nella busta, oltre al piombo, qualcuno ha inserito messaggi intimidatori con il chiaro intento di zittire il giornalista e fermare i servizi «scomodi» del giornale. Nessun esplicito riferimento a casi di cronaca trattati dalla testata, ma un modus operandi che si ripete in tutte le buste recapitate al cronista.

Martino, caporedattore del Giornale del Cilento e corrispondente del quotidiano Corriere del Mezzogiorno, ha ricevuto la prima busta ad aprile, le altre – in tutto cinque – sono arrivate più o meno a cadenza mensile, fino a luglio 2016. «Le prime due le ho buttate via – spiega il giornalista – dalla terza in poi ho deciso di conservarle perchè la cosa diventava insistente». Ritagli di pagine di un settimanale sulle quali sono state cerchiate alcune lettere fino a formare delle frasi. Il giornale scelto è l’inserto «Sette» che viene distribuito il venerdì insieme al Corriere della Sera. Parole sottolineate e lettere cerchiate, proiettili inseriti in buste bianche lasciate nell’auto del giornalista o nel garage della sua abitazione. «Soprattutto nei periodi caldi lascio spesso l’auto con i finestrini un po’ aperti», spiega Martino che dopo aver ricevuto la quinta busta ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri della stazione di Marina di Camerota, che ora, lettere e cartucce esplose di fucile alla mano, avvieranno le indagini. Per ora contro ignoti. «Non ho sospetti sinceramente, non ho idea di chi abbia potuto inviarmi quelle lettere – aggiunge il giornalista –. Ho trattato diversi casi delicati in Cilento ma fa parte del nostro mestiere risultare scomodi». 

Nelle ultime tre lettere le minacce sono forti. «Luigi leggo le menzogne del giornalista e sono colto dal dubbio. Ma la smetti di rovinare la gente o vuoi morire così giovane? Pensaci», si legge nella prima conservata, che in realtà è la terza recapitata. Un mese dopo arriva la seconda: «È meglio un accordo che un nemico giurato. Caro Luigi stai attento. In questi casi bisogna guardare l’alternativa. Smetti o prima o poi muori. Corriere del Mezzogiorno e Giornale del Cilento devono licenziarti oppure ci pensiamo noi. Messa così mi sembra meglio finire, magari presto». Infine l’ultima: «Morto figlio Federico (il papà del giornalista ndr) sappiamo chi sei e dove abiti giornalista spione. Smetti di rompere le palle alla gente. Te lo diciamo con le buone. Attento». Duro il commento dei colleghi del Giornale del Cilento: «Non ci fermiamo – scrivono i giornalisti -. Non saranno le minacce a fermare il nostro impegno nei confronti dei lettori. Quando qualcuno riceve questo tipo di minacce vuol dire che sta facendo bene il proprio lavoro».

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