L’avvocato: “Dall’ospedale freddezza totale verso la famiglia. Non è stata data alcuna spiegazione”

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L’avvocato: “Dall’ospedale freddezza totale verso la famiglia. Non è stata data alcuna spiegazione”

"Fino ad ora freddezza totale da parte dei sanitari dell’ospedale verso la famiglia di Jacopo, che ha dovuto subire un simile dolore". Con queste parole Marco Colucci, l’avvocato dei familiari del 14enne di Marina di Camerota che martedì pomeriggio ha perso la vita nell’ospedale di Vallo della Lucania, riferisce sullo stato attuale degli eventi relativi alla drammatica vicenda che ha visto un ragazzo recarsi in ospedale per un intervento "di routine" di ricostruzione ad un ginocchio e uscirne morto. "Non ho avuto nessun contatto con l’ospedale – continua il legale – e non c’è stata nessuna comunicazione da parte dei medici, nè a me nè ai familiari". Sulle insistenti indiscrezioni secondo le quali Jacopo De Martino possa essere deceduto in conseguenza di un’embolia, l’avvocato ribadisce l’assenza di una qualsiasi spiegazione: "Non so dirlo poichè nessuno ha riferito alcunchè sulle cause della morte".
Si continua ad attendere, dunque, l’autopsia, che sarà effettuata "a giorni", secondo quanto dichiarato da Colucci.

Di seguito, il racconto di ciò che è accaduto martedì pomeriggio, secondo quanto riferito al giornaledelcilento.it dall’avvocato della famiglia di Jacopo.

"Era il suo quinto intervento da quando è stato vittima di quel drammatico incidente del 6 settembre. Un intervento di ricostruzione ad un arto sul quale non era stato segnalato nessun margine di rischio. Invece Jacopo da questa operazione è uscito morto".
"E’ entrato in sala operatoria intorno alle 15. I genitori sono rimasti ad attendere che usciva, da quell’intevento che non destava particolari preoccupazioni", dice l’avvocato. "Ma le ore passavano e nessuna notizia arrivava. Intorno alle 18.30 i genitori hanno visto il corpo di Jacopo trasportato su di una barella. Il personale medico lo accompagnava verso la Rianimazione". Si chiudono di nuovo le porte e ricomincia una nuova interminabile attesa. Interrotta soltanto dall’arrivo di un altro camice bianco che portava con se "un defibrillatore. E’ entrato in Rianimazione ma dopo poco è uscito. Segno che non aveva potuto fare molto. Credo che Jacopo fosse già morto". Ma le ore trascorrono lente, interminabili. "Solo intorno alle ventuno qualcuno della Rianimazione è andato ad avvisare i poveri genitori: non ce l’ha fatta". Jacopo non è uscito vivo da quella stanza della rianimazione e probabilmente neppure dalla sala operatoria. "E’ possibile ipotizzare, a questo punto, che Jacopo fosse già morto in sala operatoria". "Abbiamo denunciato l’accaduto ai carabinieri – spiega l’avvocato – le indagini sono nelle mani del procuratore Rotondo. E’ stata sequestrata la cartella clinica, è stata disposta ed eseguita la perquisizione della sala operatoria ed è stata disposta l’autopsia che sarà eseguita nelle prossime ore". Mentre i genitori sono ritornati a Marina di Camerota, con tutta la costernazione, l’incredulità, la rabbia che simili sciagure determinano. Se c’è o meno un problema di "malasanità" saranno gli inquirenti ad accertarlo. Di vero, secondo le dichiarazioni del legale c’è che "i genitori sono stati avvertiti della morte del proprio figlio in ritardo e senza una spiegazione. Ora sono confusi, non sanno come interpretare un simile accaduto. Noi vogliamo che sia fatta verità. Vogliamo sapere le cause di questa improvvisa morte. Vogliamo sapere il perchè. Ora non ci interessa sapere chi sono eventualmente i responsabili. Vogliamo solo sapere la ragione di questa morte. I responsabili sicuramente verranno fuori dal lavoro degli inquirenti".

Intanto, la tragica vicenda della morte del 14enne di Marina di Camerota ha colpito fortemente la comunità locale. Tanti i messaggi per Jacopo scritti su facebook,  così come sono numerosi gli attestati d’affetto e di vicinanza espressi alla sua famiglia dalla popolazione camerotana.
E numerosi sono gli operatori della stampa nazionale che stanno puntando in queste ore i riflettori su una vicenda che appare, nell’immediata percezione comune, tanto tragica quanto assurda.

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