Museo d’arte sacra di Castellabate, la storia attraverso la fede

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Museo d’arte sacra di Castellabate, la storia attraverso la fede

Scrigno di una storia antica e di un popolo con un forte senso del sacro, il Museo d’Arte Sacra è uno dei fiori all’occhiello di Castellabate, tanto da essere considerato il più importante della Diocesi per valore e quantità di opere d’arte, insieme agli innumerevoli oggetti sacri come statue, arredi e paramenti. Trova spazio nel cuore di Castellabate, nel palazzo della torre Merlata, a pochi passi dalla Basilica Pontificia di Santa Maria de Gulia ed è grazie alla religiosità popolare della comunità locale, se il Museo ha raggiunto un’importanza notevole, quale testimonianza tangibile della fede della gente di Castellabate, che affonda le radici nel monachesimo basiliano e benedettino e si rafforza nella venerazione di Costabile Gentilcore, santo patrono e fondatore della città.

Raccoglie tele, statue, paramenti sacri e argenti dal XVI al XX secolo. Si tratta di opere che provengono dalla parrocchia e dalle cappelle, alcune delle quali non esistenti, e molte delle quali di origine locale. Fino agli anni ’70, Castellabate ha fatto parte della diocesi della Badia della SS Trinità di Cava e per il fatto di essere stata la terra natia di San Costabile, divenuto quarto abate di Cava, ha rivestito una importanza notevole tanto da diventare sede del vicariato diocesano e luogo di svolgimento di sinodi.

Le opere raccolte nel Museo sono arredi sacri, lasciti e donazioni della gente che nutriva una fede profonda e dedicava grande attenzione alla propria chiesa. Senza contare che la cittadina, a partire dal 1600, ha visto un incremento notevole di cappelle di proprietà di famiglie nobili. Volumi antichi del XVIII secolo e pergamene del 1600, ritratti dei canonici, oggetti utilizzati per la penitenza e la mortificazione corporale.

Il pezzo più importante, caro alla comunità di Castellabate, è lo stendardo di San Costabile, legato ad un miracolo del Santo. Nel libro di di Don Faustino Mostardi “San Costabile Gentilcore” si legge che dopo il colera del 1884 i fedeli di Castellabate ordinarono la confezione di un grande e ricco stendardo di seta con 100 stelle d’oro e l’effige del santo ricamata in oro, in onore di san Costabile. Un lavoro prezioso che venne eseguito dall’Orfanotrofio di Napoli diretto dalle suore di carità. Quando gli incaricati di estinguere il debito, di 700 lire, giunsero a Napoli, vennero avvertiti che il conto era già stato saldato da un uomo “in veste da monaco”.

Una storia che a Castellabate si racconta con orgoglio anche oggi, mentre ci si insinua nelle sale del museo che si sviluppano su due piani. Al primo piano, all’interno di due vetrine, si trovano alcune delle opere di maggior pregio esposte: argenti tra i quali calici, candelieri, ostensori e un turibolo a navetta. Il calice più antico è datato 1586, gli altri di pregevole fattura e finemente lavorati sono stati realizzati il XVII e XVIII secolo.

Prezioso anche il presepe. I pastori fanno parte di una collezione che comprende 110 figure: Gesù bambino, il bue e l’asino in legno sono del 1600, gli altri personaggi sono del ‘700 e dell’800 napoletano. Importanti anche le tele che provengono da cappelle private donate alla chiesa madre. Un viaggio nella storia e nella fede da non perdere. Fondato nel 2005 dal sogno di monsignor Alfonso Maria Farina che raccolse, custodì e fece restaurare molte delle opere sacre presenti nel museo.

Informazioni e contatti per visitare il Museo: 0974-967005

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Foto ©Marianna Vallone

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