Nel basso Cilento la violenza contro le donne è aumentata del 60%: i numeri e gli aiuti

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Nel basso Cilento la violenza contro le donne è aumentata del 60%: i numeri e gli aiuti

Un aumento della violenza contro le donne registrato maggiormente nel periodo per primo vero lockdown quando la stragrande maggioranza delle vittime era costretta a condividere l’intera giornata con i quelli che poi si sono rivelati i propri «aguzzini». I dati sono in crescita – purtroppo – e il report che viene fuori dal lavoro del Centro antiviolenza “Iris” ambito S9  di Sapri – che ricopre  tutti i Comuni del Basso Cilento e del Golfo di Policastro appartenenti al Distretto sanitario 71 Sapri/Camerota – è tutt’altro che rassicurante.

Più precisamente secondo i dati forniti dallo sportello del  Centro Antiviolenza di Sapri,  nel periodo compreso tra gennaio e maggio 2019 le violenze e le successive richieste di aiuto al CAV sono aumentato del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno successivo 2020. Numeri allarmanti che fotografano una dura realtà a volte sottesa e poco percettibile. Nel corso degli ultimi due anni sono dunque 80 le donne preso in carico dal Centro antiviolenza che hanno trovato la forza di ribellarsi alla violenza alla quale erano sottoposte quotidianamente. Ma non solo. Uno dei dati più preoccupanti è relativo proprio all’ultimo semestre gennaio – giugno 2021 durante il quale sono state 27 le donne prese in carico dal Centro, stanche di subire continui maltrattamenti che, dati alla mano, nell’85% dei casi derivano dal coniuge o compagno della vittima.

Spesso si tratta di donne giovani, di età media di 40 anni, con un livello di istruzione medio inferiore del 44% e superiore del 52%. Ma il dato che accomuna la quasi totalità delle vittime,  che nel 78% dei casi hanno dei figli,   è rappresentato dalla disoccupazione: l’89 % delle vittime non esercita alcun lavoro. Per quanto attiene invece alla procedura che viene attivata nel momento in cui una donna si rivolge al centro antiviolenza, si parte da una fase iniziale durante la quale alla vittima viene fornita una prima accoglienza telefonica e illustrati tutti i servizi forniti dal Centro. Nel caso in cui la situazione palesata dalla vittima riguardi l’incolumità della stessa viene immediatamente attivato il Codice Rosa, un percorso di accoglienza al pronto soccorso dedicato a chi subisce violenza di genere che si colloca e si armonizza con il Centro Antiviolenza. Successivamente e nei casi di emergenza, il Cav Iris accoglie la donna e i figli minori maltrattati per un massimo di 36 ore,  in attesa di una collocazione presso una casa rifugio.

Tutte le donne che chiedono aiuto al Cav effettuano poi un percorso che le porterà fuori dalla violenza, spesso domestica, subita da parte del partner convivente, e che si manifesta con maltrattamenti fisici e psicologici di cui la donna per troppo tempo  ne è stata inconsapevole. Motivo per il quale tutte le vittime vengono supportate dalle operatrici del Cav, con lo scopo di rafforzare l’autostima e individuare un progetto di autodeterminazione che le porti a valorizzare le proprie risorse.

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