No all’intervista fissa dal sindaco di Magliano Vetere: «E’ un trattato, tengo 10 mila cose pe a capo». Voto, non classificato

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No all’intervista fissa dal sindaco di Magliano Vetere: «E’ un trattato, tengo 10 mila cose pe a capo». Voto, non classificato

«Questa non è un’intervista ma un trattato, non ho tutto questo tempo a disposizione». Continua l’intervista fissa a tutti i sindaci del Cilento. Come continua un atteggiamento di sufficienza nei confronti dei giornalisti e, ci si permetta di affermare a questo punto, dei cittadini che leggono questo quotidiano.

Questa volta siamo a Magliano Vetere, il sindaco Carmine D’alessandro, non ha comportamenti troppo dissimili da chi l’ha preceduto. Per inciso, in questo momento la stessa intervista è stata consegnata ad altri sindaci dei seguenti Comuni che, al momento confermano la tendenza di tutti: nessuna risposta e giustificazioni. Ecco chi sono: sindaco di Castellabate, Ceraso, Sapri, Centola, Acciaroli, Agropoli, Padula, Vallo della Lucania e Pisciotta. Il giornale è in attesa di risposte. Ritornando a Magliano Vetere, salta in mente una affermazione che il sindaco di Novi Velia, Ricchiuti, ha fatto sostenendo che con questa iniziativa (una banale intervista scritta) il giornale del Cilento vuole trasmettere una «immagine truce della classe dirigente di questo territorio», e viene da chiedersi se non facciano tutto da se, nel riavvitarsi in identici comportamenti. E questo nonostante possano avere letto o sentito parlare dell’esperienza del sindaco che l’ha preceduto. A Magliano Vetere cambierà qualcosa? Andiamo a vedere.

Il sindaco riserva cortesia alla prima risposta, poi si dimentica, poi chiede che le domande siano rispedite, poi afferma di non leggere la mail per 3, 4 giorni, poi, attraverso un ricorso crescente all’utilizzo di formule dialettali nel rivolgersi al cronista, sostiene di esser troppo impegnato e di non potercisi dedicare. Sui suoi impegni sapranno giudicare meglio i suoi cittadini, noi non possiamo che pubblicare le domande che gli sono state inviate, senza risposta. Rendendo nota, tuttavia, la comunicazione intercorsa tra questo giornale e il sindaco. Sottolineando come questa comunicazione restituisca la cifra non soltanto del livello della nostra classe dirigente locale, ma di quanto possa essere insidioso fare i giornalisti in questo territorio. L’intervista per un sindaco come D’Alessandro, anche quando è tesa soltanto a chiarire i programmi e gli obiettivi di un’amministrazione, senza quindi polemiche politiche, è un qualcosa che si avvicina a un favore che farebbe a un giornalista. Come a dire: se proprio insisti, ma devi insistere anche il prossimo martedì eccetera, allora vedrai che te la rilascio. Questi sindaci, così ricercati dalla stampa, non hanno mai tempo di rispondere a precise domande. Fino ad oggi però hanno tutti trovato immediatamente il tempo di correre su Facebook, il giorno dopo, per rispondere, stizziti, a questi articoli che ripropongono le domande inevase, che questo giornale è tenuto a pubblicare, come da premessa nell’intervista scritta inviata al sindaco.

Altrove, il dovere di chiarire ai propri cittadini – attraverso le domande che pone la stampa e non attraverso la propaganda al bar del paese o sui manifesti – è considerato prioritario fino al punto di fare scivolare in secondo piano altri tipi di impegni. Altrove, dove la stampa è messa nelle condizioni di operare e ha di fronte una classe dirigente all’altezza dei tempi e delle sue dinamiche e sfide, i sindaci quasi la sognano una intervista scritta, per rispondere alla quale si ha tutto il tempo necessario. Altrove la stampa incalza, sulle domande, sui tempi e sulle polemiche ed è un fatto naturale rispondere. Chissà se almeno il sindaco avrà letto la premessa che spiega come la stessa intervista venga inviata a tutti i sindaci del Cilento, chissà se in passato si sarà accorto delle reazioni degli altri suoi colleghi e chissà se avrà preso atto che tutto sarebbe stato pubblicato anche in caso di suo rifiuto. Sindaco, i suoi cittadini avrebbero potuto capire in che modo lascerà il suo comune al termine del suo mandato, sulla base della sensibilità che avrebbe potuto mostrare rispetto a temi che questa testata ritiene importanti per il futuro del suo Comune, ma più in generale di questo Cilento. Ha preferito non farlo o non trovare il tempo. Il nostro giudizio è ‘non classificato’.

Ecco la comunicazione intercorsa. Alla prima telefonata del 03 novembre alle 10.34 il giornalista spiega al sindaco il progetto con il tempo previsto di 10 giorni, lui rilascia la propria mail con un «va bene, d’accordo, arrivederci»

Il 28 novembre alle 15.09 il sindaco richiama il giornalista dopo che trova la telefonata del mattino, ricordata l’iniziativa risponde: “Eeeeh non lo so, forse non m’ano arrivate, forse nun aggiu viste sicuramente, e quando me l’hai mandata?”. Il giornalista risponde di avergliele mandate a inizio mese verso il tre e lui: “Nun i tieni sotto mano ca me le invii n’ata vota? Su quale sito me le hai mandate?…quale mail?”. Il giornalista sillaba la mail che ha rilasciato nella prima telefonata e lui: “Mi può mannà n’ata vota accessi martedì veo, a mi me pare ca n’aggiu viste”. Il giornalista ripete scandendo l’indirizzo mail, lui conferma: “Sa può darsi che essendo tre quatto iuorni ca nun aggio letta poi m’è scappato”. Il giornalista risponde che la re-invia e chiede se ce la fa entro 10 giorni. Lui risponde: “Martedì, ti rispondo martedì, se ti ricordi mi chiami, ti dico anche se l’ho fatto, va bene?”.

E’ il 15 gennaio alle 10.23, il sindaco risponde: “Eh boh, mi ricordo ca me mannasti quaccosa po non te sentietti chiu e morì accussì”. il giornalista risponde ironicamente: “E lo vogliamo riprendere?” E lui: “Se lo vogliamo riprendere mi invii le cose su altaleno (mail) po io martedi arapro u computer e te rao i risposte, se aspietti ca io me ricordo sta cosa io m’ha scordo, tengo 10mila cose pe a capo, va bene?”. Il giornalista risponde: “Quindi martedì prossimo?”. E lui:” Martedì e giovedì che io sto qua, me lo mandi prima, mi dici io so accussì e accussì e io tu faccio nu momento”.

E’ il 19 gennaio ore 11.51 e come da accordi riparte la telefonata: “Ah ok ok vabbè, se mi chiami tra un’oretta te rico se aggiu fatte”. Il giornalista:” va bene, le devo inviare di nuovo per sicurezza?”. Lui:” Eh sii, nonono, io stavo dicendo t’aggiu fatto i domande roppo t’aggia restituì o no?”. Il giornalista :”Si sempre per email, la stessa email con quale ve le ho inviate”. Lui: “Ok Ok”. Il giornalista :”Quindi entro oggi rispondete?”. Lui:”Sisi”. Ma nessuna risposta è giunta a questa redazione. Solo un messaggio telefonico: «Scusatemi ma questa non è un intervista ma un trattato, non ho tutto questo tempo. Arrivederci».

Ecco l’intervista a cui il sindaco Carmine D’Alessandro non ha risposto e che siamo fiduciosi risponderà in futuro. 

Gentile sindaco, le chiediamo di rispondere a questa intervista che il giornaledelcilento ha sottoposto ad altri sindaci del territorio cilentano con le stesse domande. Quelle che, ad avviso di questo giornale, fanno di una amministrazione un esempio di gestione giusta, consapevole e moderna del bene pubblico. Tenuto conto che le risposte che lei gentilmente, siamo fiduciosi, ci darà, saranno lette e sottoposte quindi a verifica dei suoi cittadini che leggono questo quotidiano e lo commentano, la preghiamo di essere quanto più preciso possibile, esprimendo metri, dati, iniziative e luoghi precisi. Per dovere di informazione a cui dobbiamo giocoforza sottostare, è fatto d’obbligo per noi informarla che dopo dieci giorni dall’invio di questa intervista (tempo considerato congruo rispetto all’importanza che assume e agli impegni di un sindaco), in caso di mancata risposta, pubblicheremo le domande che le abbiamo sottoposto, purtroppo, senza che i suoi cittadini possano conoscere le informazioni che le abbiamo chiesto, a differenza di quei cittadini che invece vedranno il proprio sindaco disponibile a informarli. Se necessita di qualche giorno in più per motivi di ferie o altro la preghiamo di scriverci nella mail indicando la data entro cui ci darà le risposte scritte. Grazie. Ecco l’intervista.

Quante parti di area verde, intesa come parchi, giardini o altro, nel senso proprio di chilometri quadrati, ci sono nel suo comune in rapporto al resto del territorio comunale?

A quando risale l’ultimo censimento verde (conteggio di metri quadri di verde pubblico, staccionate, tipologie di alberi, piante varie e servizi offerti all’interno di queste aree)? E cosa dice, in sintesi, il censimento?

Di quante persone è composto la squadra di tecnici del verde e della manutenzione del Comune? Quante volte al mese viene tagliata l’erba del bordo strada e quella di giardini, parchi e aiuole?

In questo momento quanta parte di staccionata è integra lungo tutto il territorio comunale e quanta parte richiede di essere aggiustata? Quando sarà compiuto l’intervento?

Sindaco quanta parte della sua giornata dedica a passeggiare a piedi o andare in bici tra i vicoli, le strade e le campagne del suo territorio? Con quale mezzo raggiunge la sede del Comune? Quali e quanti sono gli angoli di degrado, i segni di incuria, che rileva allo sguardo ogni giorno mentre cammina? A chi li segnala? Quanti di questi risolve settimanalmente?

Sindaco di quanto è diventato più bello il suo paese e i paesi del suo comune da quando amministra lei? Cosa è possibile apprezzare come segno di cura, rigore e manutenzione del suo territorio?

A che punto è la differenziata e come è riuscito a tradurla in incasso economico per il suo Comune? Di quanto?

Il suo territorio prevede un piano del colore per le strutture e case? Se no, di quanti colori si compongono le facciate e gli infissi delle abitazioni e delle strutture del suo paese? Qual’è il grado di tolleranza della sua amministrazione? Quante strutture non hanno neanche l’intonaco ma si vedono mattoni forati, cemento e tondini di ferro arrugginiti? Su quante di queste è già intervenuto?

Quante campagne che compongono il paesaggio del suo territorio comunale sono curate e messe in cultura? Quante invece sono abbandonate? In quanta parte di questa si lascia crescere indisturbata ogni forma di erbaccia? In quante di queste insistono vecchi capanni, o parcheggi o ricettacoli di materiali in disuso e ogni forma di utensile, attrezzature e altro tali da farle apparire come segni evidenti di degrado e incuria se non persino come discariche a cielo aperto? Li ha mappati? Quanto tempo offre in media ai proprietari per il ripristino dei luoghi e in quanto tempo interviene lei invece con denuncia per danno paesaggistico e ambientale o con iniziative in collaborazione con privati per ripristino?

Che tipo di iniziative esistono nel suo comune per l’auto-organizzazione della cura e della manutenzione dei quartieri e delle aree da parte dei cittadini? Con quali risultati?

Lei è di quei sindaci che credono che per fare le cose perbene occorrono soldi e finanziamenti oppure è tra quelli che sostengono che senza soldi e finanziamenti si possono fare moltissime cose e trasformare un paese? Se la risposta è la seconda, quante opere ha realizzato senza finanziamenti e soldi ma con la sua creatività e il protagonismo della gente? E quali?

Quante opere e iniziative portano la firma unitaria di maggioranza e opposizione perchè, a prescindere dalle resistenze della sua opposizione, lei è riuscito comunque a renderla protagonista?

Quanta energia si autogenera nel suo Comune grazie alle sue opere, qual’è il risparmio di energia nelle casse del Comune attualmente grazie ai suoi interventi?

Quanti edifici scolastici e asili è riuscito ad accorpare nel suo comune e di quanto è migliorato il servizio di trasporto scolastico dei bus che accompagnano i ragazzi delle varie frazioni negli edifici scolastici che ha accorpato?

Come funziona l’energia e la manutenzione di aree verdi, palestre, aule, nei suoi istituti scolastici e asili? Ci sono doppi vetri, coibentazioni e impianti di energia ecosostenibile e a risparmio energetico?

Quanta parte del centro abitato è, tutto l’anno, area pedonale e pavimentata? La pavimentazione è integra o presenta buche e segni di incuria? In quanta parte? Con quali tempi di intervento?

Il bitume, il catrame, quando viene rinnovato sulle strade prevede il taglio rettangolare e preciso di quello vecchio per la sostituzione regolare e geometrica, oppure viene collocato a chiazze, con sbavature sui margini e segnaletica orizzontale non precisa?

Come valuta il sito internet del suo Comune? Quanta parte delle informazioni pubbliche vengono rese disponibili? Quanto tempo impiegano i consiglieri di opposizione e qualunque cittadino del suo Comune ad avere accesso a qualsiasi atto di cui fanno richiesta? Quanto personale dipendente del Comune è addetto all’aggiornamento quotidiano del sito internet? Quanti contenuti ogni giorno vengono inseriti e di che natura? Quanta parte della burocrazia si svolge on line rispetto a quella che prevede la presenza del richiedente nella sede del Comune?

Che voto si darebbe, in sincerità, per la sensibilità che avverte su questi temi e per i risultati che ha ottenuto? E che voto darebbe poi, in sincerità alla sua popolazione per la stessa ragione? Che voto, infine, crede che i suoi cittadini le danno su questi temi?

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