Nomina presidente Parco del Cilento: «Ministero non resusciti personalità dai passati direttivi, responsabili del disastro attuale»

| di
Nomina presidente Parco del Cilento: «Ministero non resusciti personalità dai passati direttivi, responsabili del disastro attuale»

Un Parco nazionale è per definizione un territorio protetto dall’inquinamento e dallo sviluppo umano tramite leggi di uno stato al fine di preservare il fragile e meraviglioso ecosistema presente. I Parchi nazionali sono considerati una risorsa per il paese, smuovono l’economia, mobilitano il turismo e valorizzano la cultura e gli usi locali. Nel parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano sembra che le cose non vadano proprio così. 

Con un comune su tre che vuole uscire dal secondo parco più grande d’Italia, da mesi ormai senza un presidente, ed il disinteresse della politica e degli amministratori locali stanno mettendo a dura prova gli squilibri del Parco che a detta di molti impone solo vincoli e nessuna occasione di crescita. «la nostra organizzazione sindacale chiederà al Ministero di accelerare i tempi di nomina del Presidente del consiglio direttivo». A parlare e ad esporsi è il segretario provinciale di Snaf (sindacato nazionale autonomo forestali), Gianni De Marco che «chiederà che il presidente cilentano o del Diano, personalità possibilmente non resuscitata dai passati consigli direttivi, responsabile e complice del disastro attuale, questo non per grezzo localismo ma perché l’intera comunità possa trovare subito un riferimento politico organico e funzionale alle emergenze del territorio e lo slancio necessario per avviare un’azione programmatica e rivendicativa per le avvertite esigenze locali, senza subalternità nei confronti di chi governa regione e stato», continua De Marco, che avvisa: «In assenza di questo ogni programma o azione pratica si infrangerà contro la pigra irresponsabilità di chi starà al timone». Poi l’appello ai cittadini, alle forze politiche  e agli amministratori «di ritrovare come terreno d’impegno il destino del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni». 

L’impegno del sindacato nazionale forestali sarà dunque quello di pressare affinché la situazione all’interno del Parco non degeneri ulteriormente. «L’acclarato e prolungato insuccesso della classe politica locale a decidere sull’elezione del presidente della comunità del Parco è lo specchio di una crisi dei gruppi dirigenti locali – spiega De Marco – dalla tragica scomparsa di Angelo Vassallo hanno rinunciato alla loro funzione rivendicativa per il territorio nei confronti dei governi regionali e nazionali, accasciandosi alla sola funzione di rappresentanza». Angelo Vassallo è stato presidente della Comunità del parco fino al giorno della sua tragica morte avvenuta il 5 settembre 2010 per mano di un misterioso assassino. Stimato dai cittadini, apprezzato sindaco, Vassallo si batteva attivamente per il territorio, cosa che adesso sembra non essere più fatta. «Questo purtroppo si è determinato nella fase più critica dell’esistenza del parco nazionale – continua a spiegare De Marco   che attacca – Allorquando assunse alla Presidenza Amilcare Troiano, disinteressato cronico alle necessità del territorio, eterno delegante al funzionario interno dell’entro, circondato da un consiglio direttivo incapace di qualsiasi azione che non fosse lontana da metodi paternalistici  e clientelari». 

Il segretario provinciale Snaf porta poi come esempio delle mediocre attività della presidenza del Parco la ristrutturazione del Palazzo Mainenti, sede degli uffici istituzionali e di rappresentanza del Parco. «Un consiglio direttivo, una direzione amministrativa e una classe politica che nel recentissimo passato ha consentito e partecipato alle farse dell’inaugurazione del restaurato palazzo Mainenti ancor prima che i lavori fossero finiti e che vi fossero sistemati gli uffici – ed afferma – il palazzo è ritornato dal giorno dopo disabilitato, una falsa inaugurazione per piaggeria nei confronti del prescindente dell’Ente prossimo alla fine dell’incarico, interessato a presentarsi come completatore di qualsosa». Troiano, terminato il suo incarico da presidente dell’ente Parco è stato successivamente nominato commissario dello stesso, «una ridicola farsa per altro premiata con una nomina a commissario che lo trattiene in un ruolo apatico ma frenante per il territorio», termina De Marco. 

Parla poi degli operati Lsu, De Marco: «Se l’azione della presidenza, direzione e consiglio del Parco fosse stata diversa, non avremmo registrato la devastante dissipazione dei lavoratori Lsu, allontanati dai lavori e seminati negli interstizi delle amministrazioni locali, nei ruoli più modesti, retribuiti con il solo e modesto sussidio dell’Inps, allontanati dai lavori manuali utilialla manutenzione, coltivazione e amministrazione delle cospicue e vaste proprietà fondiarie e strutturali del Parco» che spiega come in un periodo di crisi come quello che si va vivendo non si siano sfruttate risorse importanti. «Non avremmo rimesso al ministero i 350 mila euro annui, da esso autorizzati per finanziare i lavori manuali dei 63 operai ex dipendenti, 63 posti di lavoro volutamente persi nel pieno di una crisi economica ed occupazionale, nonostante le proteste dei lavoratori e degli imprenditori turistici locali interessati alla continuità dei lavori». Gli Lsu si occupano prevalentemente della manutenzione delle aree verdi del Parco, svolgono ruoli di pulizia molto importanti in un territorio sofferto a frane e allagamenti come il nostro. «Qui è successo quel che non è stato consentito nei restanti Parchi nazionali (Pollino, Vesuvio, Gran Sasso ecc..) – conclude il segretario De Marco. «In questi anni si è acuito il disagio degli agricoltori, lievitata l’insofferenza nei confronti della dirigenza del Parco e del Ministero, di tanti amministratori locali che cominciano a nutrire l’idea di uscire dagli ambiti inutilmente protezionistici, se gli imprenditori turistici non ritrovano alcuna utilità nell’ingombrante amministrativa e burocratica dell’ente, ci sarà pure una ragione».

©

Consigliati per te

©Riproduzione riservata