Novi Velia, la Madonna del Sacro Monte torna al suo splendore dopo importante restauro
| di Marianna Vallone
Con la riapertura del Santuario della Madonna del Sacro Monte di Novi Velia, i fedeli potranno tornare ad ammirare la statua lignea della Vergine nel suo recuperato splendore, dopo un accurato intervento di restauro conservativo che ne ha restituito l’originaria bellezza e spiritualità.
L’intervento, realizzato tra gennaio e maggio 2025 dalla restauratrice Caterina Cammarano, con laboratorio ad Ascea, si è svolto sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza ABAP di Salerno e rappresenta il più recente di una lunga serie di restauri documentati: il primo risalente al XVIII secolo, poi nel 1889, e successivamente negli anni Ottanta del Novecento.
Uno degli aspetti più significativi dell’ultimo restauro riguarda la restituzione dei colori originali: i toni degli incarnati sono ora più chiari e delicati, restituendo alla statua la sua aura di purezza e santità. Negli anni ’80, quando la statua fu inviata ad Ortisei, fu adottata una colorazione più scura, ispirata a presunte origini orientali della Vergine, da cui il soprannome popolare di “Madonna Schiavona”. Le indagini e il recente intervento hanno invece recuperato i tratti originari, dimostrando che si trattò di una ridipintura arbitraria.
Durante il restauro sono emersi anche elementi storici di rilievo: sotto la pittura moderna, sono stati ritrovati antichi occhi in vetro risalenti con ogni probabilità al Settecento, celati da interventi successivi. L’analisi stratigrafica ha rivelato almeno tre strati di pittura, rafforzando l’ipotesi che la statua sia di manifattura cinquecentesca. Inoltre, sebbene la tradizione orale parli di un incendio, le bruciature presenti sembrano compatibili con danneggiamenti parziali e successive integrazioni scolpite, in particolare agli arti superiori della Madonna e del Bambino.
Il processo di restauro, meticoloso e rispettoso della storia dell’opera, ha previsto:
Preconsolidamento Rimozione delle ridipinture Trattamento contro gli insetti xilofagi Consolidamento della pellicola pittorica e della struttura lignea Pulitura e restauro pittorico Rintegrazione pittorica e verniciatura finale
Anche la base in legno di castagno è stata restaurata, con integrazioni dorate in foglia oro, valorizzando ulteriormente l’intero apparato scultoreo.
La statua è custodita nel suggestivo Santuario sulla vetta del Monte Gelbison, a 1.705 metri sul livello del mare. Punto di riferimento spirituale e simbolico del Cilento, il Santuario è meta di pellegrinaggi fin dal XIV secolo, in un periodo che va dall’ultima domenica di maggio alla seconda di ottobre.
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