Novi Velia, minoranza attacca sindaco e giunta: «La regina dei quaquaraquà e il nuovo che avanza»

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Novi Velia, minoranza attacca sindaco e giunta: «La regina dei quaquaraquà e il nuovo che avanza»

Non si attenua, nel Comune di Novi Velia, la forte tensione generata negli ultimi giorni dopo i colpi di scena della maggioranza con sindaco Maria Ricchiuti. Dalle dimissioni dell’assessore Valeria Romanelli a quelle di Matteo Ricchiuti, l’assessore ai lavori pubblici fino all’azzeramento della giunta dopo che il sindaco ha revocato le deleghe al vice sindaco Giovanni Guzzo che nel frattempo aveva dato vita ad un gruppo autonomo con due consiglieri di maggioranza. Nel consiglio di venerdì 23 settembre Guzzo, con il suo nuovo gruppo autonomo, ha espresso fiducia all’operato del sindaco, mentre Mario di Polito e Riccardo Petraglia sono i rispettivi neo vice sindaco e assessore, entrambi di nomina esterna. Ma da mercoledì, nelle strade di Novi Velia, sono stati affissi diversi manifesti dal titolo ‘La regina dei quaquaraquà e il nuovo che avanza’ a firma dei consiglieri di minoranza Adriano De Vita, Giuseppina Speranza e Michele Guida. 

Il manifesto Il documento inizia con un chiaro riferimento a Ricchiuti, accusata di «essersi accorta dopo solo due anni e qualche mese che la sua giunta non è all’altezza del compito, per cui li revoca». Poi si legge: «Infatti, nella seduta consiliare del 23 settembre, comunica (il sindaco) al consiglio la nuova giunta composta dal vice sindaco Mario Di Polito e dall’assessore Riccardo Petraglia. “Il nuovo che avanza”, visto che, insieme, raggiungono l’invidiabile cifra di circa 150 anni, politicamente “super partes” ma con l’unico neo di essere figli di Maria…Cristina per La Libertà». Dopodiché la lettera tira di mezzo l’ex vice sindaco Guzzo e il suo «strano caso» di aver formato un gruppo autonomo che appoggia quello stesso sindaco che gli ha revocato le deleghe: «L’ex vice sindaco Guzzo è stato capace, in una sola settimana, di cambiare tre partiti: durante i giorni feriali, dal lunedì al venerdì, tira fuori la tessere dell’Udc, per ovvi motivi…il sabato, fino alla domenica pomeriggio, quella del Pd, e infine, la domenica sera, rispolvera la vecchia anima socialista…non disdegna di tradire anche gli amici più fidati». Nella conclusione della lettera, un chiaro invito al popolo novese a fare uno «scatto di orgoglio per il buon nome del nostro paese, liberativi da questa ciurmaglia che nulla ha a che vedere con la buona amministrazione ed è lontana da quelli che sono gli interessi di Novi, prima sarà fatto e prima riprenderà il suo cammino di sviluppo». 

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