Odissea sul treno, passeggeri “chiusi” 4 ore in galleria al buio

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Odissea sul treno, passeggeri “chiusi” 4 ore in galleria al buio
foto archivio

E’ stato un viaggio da incubo quello vissuto dai passeggeri del treno Cosenza Napoli domenica sera. Quattro ore nel tunnel prima della stazione di Ascea al buio, sono sembrate un’eternità ai passeggeri che hanno avuto la sfortuna di trovarsi a bordo del treno regionale. Un viaggio andato abbastanza bene fino a quando in una galleria, una volta superata Pisciotta, ecco l’intoppo: il treno si ferma.

A raccontarlo alla nostra redazione è Roberto C. che ha preso il treno a Scalea alle 20:30 per giungere a Vallo della Lucania alle ore 21:12.

«Dopo Pisciotta e nella galleria immediatamente prima di Ascea – spiega – vediamo un lampo improvviso e un rumore preoccupante di qualcosa che si era rotto e, infatti, si era rotto il pantografo. Il macchinista ha tentato di partire con l’altro pantografo e un’altra fiammata. In seguito un’altra ancora e treno bloccato nella galleria al buio senza luce e aria condizionata».

La disavventura è ben riassunta dal passeggero: « Notizie non venivano date su ciò che stava avvenendo ma io ho visto in diretta i due lampi provocati dai successivi due tentativi di ripartire. Caos sul treno con bambini, persone anziane in difficoltà e gente che, giustamente, strepitava in quanto non si era a conoscenza di nulla. – e aggiunge – Dopo quasi 3 ore sono arrivati degli operai dal lato sud e con una scala e dei fili si sono messi all’opera per aggiustare la locomotiva. Alla fine dopo 4 ore esatte il treno è riuscito a raggiungere la stazione di Ascea dove c’era un’ambulanza e hanno distribuito alcune bottigliette d’acqua».

Il ritardo riportato sul tabellone elettronico era esattamente di 250 minuti. «È poi ripartito per Napoli dopo una buona mezz’ora. – spiega – Mi chiedo e vi chiedo se sia ancora possibile che si possa restare prigionieri in una galleria nel 2019 con una disorganizzazione a dir poco da quarto mondo».

Roberto racconta anche degli episodi: «Un signore aveva seri problemi di salute e lo hanno visitato solamente quando il treno era in stazione. Avevo letto che in simili circostanze intervenivano volontari o forze dell’ordine per aiutare i passeggeri che quasi soffocavano perché era pure entrato fumo nei vagoni. Bambini impauriti, giovani che urlavano e tanti che fumavano pure in una simile drammatica circostanza. Una ragazza ha raccolto firme per una denuncia e non credo che possa servire a qualcosa. Abbandonati nell’oscurità in galleria senza considerare che bastava inviare una locomotiva e il problema si risolveva immediatamente. Sono scandalizzato – spiega il passeggero – perché simili episodi li avevo sperimentati negli anni ’80 ma nulla sembra cambiato su questi treni regionali vecchi, sporchi e maleodoranti. Schifo assoluto nonostante prezzi profumati per raggiungere Napoli dalla Calabria, intorno ai 13 euro. Veramente scandaloso e la RFI si deve semplicemente vergognare perché privilegiano i treni dei ricchi, Frecciarossa docet! – e conclude – Vi prego di rendere pubblica questa denuncia perché non se ne può più di essere trattati come bestiame. Saluti».

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