Il giudice antimafia: “E’ stato ammazzato per un no detto in faccia alla camorra”

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Il giudice antimafia: “E’ stato ammazzato per un no detto in faccia alla camorra”

Raffaele Marino era amico del sindaco assassinato. Con "Repubblica" apre il cassetto dei ricordi e va oltre, puntando l’indice contro la camorra per l’eliminazione di un paladino della legalità. Il magistrato racconta come Vassallo riqualificò il centro storico e rilanciò la località turistica 

Lo dice subito, senza se e senza ma, forte di una esperienza sul campo lunga e profonda: "Angelo Vassallo, il mio caro amico Angelo, è stato ucciso per un no di troppo. Un no pronunciato a gente che non ammette risposte negative. Un no detto in faccia alla camorra. Non ho dubbi".

Il magistrato Raffaele Marino conosceva da molto tempo il sindaco di Acciaroli assassinato nella notte. "Ho una casa di villeggiatura in zona ed ebbi la fortuna di incontrare questo raro esempio di amministratore dalla schiena perfettamente dritta". A poche ore dal delitto Marino, già pm di punta dell’anticamorra napoletana, ora procuratore aggiunto a Torre Annunziata ma in procinto di ricoprire un prestigioso incarico all’interno del Comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura, parla tra dolore e sospetti sugli esecutori dell’omicidio.

"Vassallo è stato un sindaco che è riuscito a coniugare una tradizione antica, quella marinara e contadina del Cilento, con la modernità ed è ruiuscito a farlo trasformando Acciaroli e le altre frazioni montane in luoghi di tradizione e di cultura, è stato una persona fondamentale: con lui Acciaroli ha cambiato faccia, diventando di fatto uno dei luoghi di villeggiatura più imporanti del Sud".

Quanti ricordi e quanti dialoghi tra Marino e il sindaco. "Ha trasformato il porto e il centro storico recuprerando una architettura particolare e lo ha fatto tenendo sempre presente una stella polare: quella della legalità, in virtù del suo amore per la sua gente e per i posti dove era nato e vissuto; lo conoscevano tutti e lui conosceva tutti".

E’ raro sentire un magistrato sbilanciarsi in questo modo nelle ore successive a un assassinio ma Raffaele Marino non ha esitazioni: "Lo guidava la legge. Era nel suo Dna. C’è un particolare che non dimenticherò mai e riguarda il recupero del centro storico: Vassallo andava letteralmente porta a porta dai residenti, con umiltà, pazienza e fermezza per dire loro: "Per favore, aggiustate quella finestra, togliete l’alluminio e mettete il legno, e simili. La sua carta da giocare era uno splendido rapporto personale con la gente di Acciaroli. Lo amavano tutti".

Marino cambia tono, affronta il tema del movente: "Temo che abbia detto qualche no di troppo e che la rinascita di Acciaroli abbia suscitato di questi tempi appetiti forte da partre della camaorra. Le modalità del delitto sono di chiaro stampo camorristico e sono certo che i colleghi di Vallo della Lucania e quelli di Salerno, dove il procuratore è Franco Roberti, già a capo della Direzione distrettuale antimafia napoletana, non lesineranno energie per riuscire a risolvere in tempi stretti questo vile assassinio e per smascherare eventuali tentativi di infiltrazioni camorristiche che, purtroppo, nella zona ci sono storicamente state e penso, riguardo al passato, all’hotel Castelsandra di Castellabate e al clan Nuvoletta e poi anche al superboss Fabbrocino che nei dintorni aveva un megadeposito indusriale di gelati, uno dei suoi business".

Acciaroli, nel tempo, tra l’altro è diventata meta di villeggiatura proprio per un gran numero di magistrati. "Verissimo e per due ragioni: la sua rinascita e quel sindaco così pulito e aperto. Il procuratore aggiunto dei tempi di Mani Pulite a Milano, ad esempio, Gerardo D’Ambrosio, è proprio di lì. Ed è stato uno di quelli che Vassallo avvicinò quando doveva riqualificare il centro storico nei suoi porta a porta. Me lo raccontò spiegandomi che, ovviamente, da parte dell’illustre collega aveva trovato massima apertura e disponibilità. Succede, quando si incontrano due uomini che hanno la legalità nel cuore".

La mente del magistrato va ancora alla dinamica dell’omicidio: "Povero sindaco coraggioso, probabilmente era seguito da giorni, se non da settimane. La sua eliminazione era stata decisa da tempo. Programmata. Ed eseguita con spietato furore l’altra notte. Dalla camorra. Che ha eliminato un simbolo della legalità, un uomo che non ha voluto piegarsi. Ma assassini e mandanti hanno le ore contate: sono sicuro che il pool anticamorra di Salerno saprà riportare legalità e fiducia nel Cilento improvvisamente violato".

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