Parcheggio alla stazione diventa a pagamento, infuria la polemica. Sindaco si difende: «Solo oggi ci si ricorda del problema»

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Parcheggio alla stazione diventa a pagamento, infuria la polemica. Sindaco si difende: «Solo oggi ci si ricorda del problema»

I parcheggi della stazione ferroviaria Vallo della Lucania-Castelnuovo Cilento diventano a pagamento. A deciderlo è l’amministrazione comunale di Casal Velino, che conferma così la conclusione di un accordo con i comuni di Vallo e Castelnuovo, avviato anni fa. Perché la stazione ferroviaria, pur ricadendo nel territorio di Casal Velino, interessa anche gli altri due comuni per il nome dello scalo. L’ordinanza non è andata giù al sindaco di Castelnuovo Eros Lamaida che ha commentato il suo disappunto attraverso un lungo post su Facebook. «Sento il dovere di comunicarti che lo ritengo un errore gravissimo, oltre che un’ingiustizia pura e semplice, della quale dovete assumervi tutta la responsabilità, senza pensare di poterla scaricare addosso a me, sindaco di Castelnuovo Cilento e ad Antonio Aloia, sindaco di Vallo della Lucania.
 – tuona Lamaida rivolgendosi al primo cittadino di Casal Velino Silvia Pisapia – Il terreno dell’area ferroviaria di Vallo Scalo ricade nel territorio del Comune di Casal Velino, e, per questo, voi potete decidere, legittimamente, di stabilire un ulteriore “dazio” a danno degli utenti, ma dovete accollarvi, voi, tutte le conseguenze di questa decisione. 
Senza giustificazioni!
Senza alibi!
Senza giocare a scaricabarile».

La replica della Pisapia non si fa attendere: «So di “irrituali” comunicazioni inoltrate alla scrivente circa atti adottati dall’Amministrazione Comunale di Casal Velino relativi all’istituzione del parcheggio a pagamento nelle aree limitrofe allo scalo ferroviario alla Frazione Vallo Scalo.
Ebbene, preciso che la vicenda parte dal 2013, anno nel quale i tre Sindaci, di Casal Velino, di Castelnuovo Cilento e di Vallo della Lucania, concordarono una ripartizione dei costi di gestione dello scalo ferroviario, quantificati in circa ventimila euro annui», chiarisce il sindaco. 
«Va sottolineato che la ripartizione avrebbe dovuto interessare anche i due Comuni, di Castelnuovo Cilento e di Vallo della Lucania, perché lo scalo ferroviario, pur essendo nel territorio di Casal Velino, presenta l’anomalia di chiamarsi “Vallo della Lucania – Castelnuovo”».

Spiega nel dettaglio la vicenda: «All’incontro del 2013 hanno fatto seguito una serie di missive inoltrate, dapprima, dall’allora Sindaco, Domenico Giordano, e, successivamente, dalla scrivente, sollecitando l’adempimento degli impegni assunti.
Tali comunicazioni sono state costantemente ignorate, non essendo state riscontrate neppure con una telefonata…. Solo oggi, in via decisamente tardiva, ci si ricorda del problema e, pur essendo stati tutti tempestivamente notiziati dell’iniziativa, a tre giorni dall’applicazione del provvedimento, vengono scritte lettere, ignorando le sedi istituzionali, pure sollecitate dalla scrivente, nelle quali si sarebbe dovuta affrontare la questione».

Poi chiarisce i motivi che hanno spinto l’amministrazione al pagamento dei parcheggi: «
Andando poi nel merito, sottolineo che, a differenza di quanto detto si tratta di un provvedimento estremamente equo perché prevede una ripartizione dei costi che, diversamente, con le numerose comunicazioni inoltrate, non è stata ottenuta.
Infatti chiedo:
 Perche solo i cittadini di Casal Velino devono sopportare i costi di gestione di una struttura a servizio dell’intero territorio? Inoltre, non credo che il provvedimento in discussione sposti effettivamente l’economia del territorio. Questo per due ordini di motivi: in primo luogo, per l’esiguità dell’importo del ticket di parcheggio ed anche perché altri scali ferroviari del territorio già presentano parcheggi a pagamento». E conclude: «
Aggiungo, infine, che la presente è una precisazione resasi necessaria solo a seguito di quanto diffuso da altri, giacché la scrivente e l’Amministrazione di Casal Velino, assumendosi le sue responsabilità ed onorando gli impegni assunti, come sempre fatto, si era sempre astenuta dal fare riferimento ad inadempimenti di terzi quale giustificazione dell’atto assunto».

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