Per il tribunale «non è mobbing», veleni a Santa Marina tra l’ex funzionario e il sindaco

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Per il tribunale «non è mobbing», veleni a Santa Marina tra l’ex funzionario e il sindaco

Scorie e veleni senza fine. E il braccio di ferro tra l’ex funzionario comunale Antonio Berretti e l’amministrazione di Santa Marina non sembra volgere al termine. Il tribunale di Lagonegro ha respinto il ricorso presentato dal geometra contro il Comune in merito al demansionamento conseguente alla mancata conferma della responsabilità direttiva dell’ufficio tecnico comunale, rivestita dal 1982.

I fatti risalgono a dieci anni fa, quando Berretti fu revocato dall’incarico di responsabile dell’ufficio tecnico, sottraendogli l’urbanistica e l’edilizia, messo alle dipendenza di un professionista esterno all’ente e spostato in un’altra stanza. Secondo quanto affermato dal dipendente, il sindaco Fortunato avrebbe posto in essere «una persecuzione nei confronti del lavoratore, reo di non essersi ‘dedicato’, con ‘serietà’ e ‘responsabilità’, a condividere le pastette di un personaggio che il tempo si è già incaricato di restituire nel suo ridotto paesano». In sintesi, Berretti sarebbe stato mobbizzato per non aver condiviso la politica del governo locale.  

Il tribunale di Lagonegro ha però respinto il ricorso spiegando che «il conferimento di una posizione organizzativa non comporta inquadramento di una nuova categoria contrattuale, ma unicamente l’attribuzione di una posizione di responsabilità con correlato beneficio economico, ne consegue che la revoca di tale posizione non costituisce demansionamento» ed ha aggiunto che «nessun dipendente acquisisce, per essere stato beneficiario per diversi anni di una posizione organizzativa, un diritto al mantenimento della stessa, ben potendo l’amministrazione con adeguata motivazione (nella specie individuabile in un diverso atto di macrorganizzazione, avente contenuto discrezionale) anche provvedere a una diversa scelta. Parimenti il mero cambio di stanza non può rappresentare di per sé un atto mobbizzante, essendo peraltro nel caso di specie conseguente a una riorganizzazione dell’ufficio».

«Questo dimostra ancora una volta che l’amministrazione comunale di Santa Marina, guidata prima da Dionigi Fortunato ed ora da Giovanni Fortunato, ha sempre agito nel pieno rispetto delle leggi e della legalità», ha commentato l’amministrazione.

«Le sentenze provvisorie non si commentano, si impugnano. Ho già dato mandato al mio difensore di ricorrere in Corte d’Appello. – replica Berretti – Il licenziamento è l’ultimo atto di una persecuzione iniziata nel 2007 e, in proposito, non mancherò di sporgere denuncia penale nei confronti di Fortunato e dei suoi manutengoli per tutti i reati che saranno ritenuti di giustizia».

Una vicenda intricata, per la quale si profila un botta e risposta giudiziario ad alta tensione, nel corso del quale il geometra ha fatto sapere che «farà il possibile per dimostrare come sono andati davvero i fatti».

Dalla querelle nelle stanze di palazzo di città, il caso continuerà ad occupare le aule del tribunale, dove finirà anche il provvedimento di licenziamento, notificato a febbraio.

Parallelamente alla vicenda della revoca dell’incarico di responsabile avvenuta nel 2007,  Berretti lo scorso febbraio è stato licenziato dopo essere stato sospeso e sottoposto a procedimento disciplinare. Il Comune aveva denunciato che nei giorni di malattia dal lavoro, il professionista era a Napoli per sostenere gli esami all’Università. Il geometra aveva presentato regolare certificato di malattia che attestava il grave stato di depressione, dal quale per lo psichiatra poteva venirne fuori solo uscendo di casa e tenendosi impegnato in attività intellettuali. Così Berretti aveva deciso di studiare per gli ultimi esami e conseguire la laurea in Architettura.

«Molti esami sono stati da lui sostenuti durante le giornate in cui ufficialmente era assente dal lavoro per malattia e, cosa ancora più grave, uno degli esami risulta sostenuto in un giorno in cui il dipendente risultava anche in ufficio a lavorare per tutto il giorno, a diverse centinaia di chilometri dalla sede universitaria. – ha detto il sindaco Fortunato –  Intendiamo fare ricorso alla Procura della Repubblica, al Rettore dell’Università Federico II e al preside della facoltà di Architettura, è importante che venga fatta giustizia e chiarezza anche su questo aspetto della questione, non solo per dare un forte segnale di legalità, ma anche di rispetto nei confronti di chi svolge onestamente il proprio lavoro, di chi sostiene regolarmente gli esami e anche verso i tanti giovani inoccupati che vorrebbero lavorare e non hanno la possibilità di farlo», ha concluso il primo cittadino.

«Peccato – replica Berretti – che, al mio posto, in tutti questi anni non sono stati messi giovani in attesa di prima occupazione, ma miei coetanei presi al di fuori della comunità, in base al solo merito di ‘credere, obbedire e combattere’».

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