Perse la vita nel mare di Montecorice: il fratello invia una lettera alla comunità

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Perse la vita nel mare di Montecorice: il fratello invia una lettera alla comunità

di Antonio Vuolo

«Volevo semplicemente ringraziarvi, ora per allora, e sono sicuro che Franco lo portiate e porterete sempre nel cuore, proprio così com’era per lui». E’ uno dei passaggi più significativi della lettera che Giovanni Guidone, uno dei fratelli di Francesco Guidone (foto in alto), il 53enne di Sarno che il 29 luglio perse tragicamente la vita nel mare di Montecorice, ha voluto scrivere a distanza di alcuni mesi per ringraziare la comunità cilentana con cui il fratello era molto legato, avendo preso casa da diversi anni a Case del Conte, frazione del Comune di Montecorice. «Un omaggio del quale a distanza di mesi ci tenevo a farvi personalmente e vi dico infine che sento il bisogno di stare un po’ con voi, di incontrarvi e abbracciarvi, appena sarà possibile, sicurissimo quando ciò accadrà, della presenza del compianto amato fratello mio» aggiunge Giovanni. «Erano luoghi che adorava e che, come poteva, li raggiungeva assieme alla sua amatissima famiglia, e dove aveva piacere di ritrovare tantissimi amici, incontrarli e trascorrere del tempo assieme a loro, perché Franco le amicizie amava coltivarle» scrive ancora nella missiva Giovanni, che a Franco era legato da un rapporto viscerale. Nella lettera, Giovanni ripercorre quella maledetta giornata del 29 luglio quando suo fratello perse la vita, ricordando come tante persone, fino ad allora a lui sconosciute, si recarono a Case del Conte per omaggiare Franco.

«Ci fu un via vai, a Case del Conte, dove Franco, in attesa di alcuni nulla osta, prima di partire per l’ultimo viaggio, è stato per un giorno intero – spiega -. Ad un certo punto ci siamo guardati io e la mia Emilia e senza pronunciar parole ci siamo chiaramente detto con gli occhi, nello stesso istante la stessa cosa: quanti amici e come si è fatto volere bene Franco! Tant’è, che ad un certo punto mi sono messo a chiedere chi fossero e come si fossero conosciuti, ho avuto questo bisogno di sapere». Infine, Giovanni Guidone coglie l’occasione anche per salutare e ringraziare il popolo cilentano, che agli occhi esterni a volte appare come poco ospitale. «Si dice, che i cilentani sono chiusi, nel senso che non fanno entrare nelle loro amicizie e affetti quelli che vengono da fuori – conclude Giovanni -. Ebbene, non è così, non è vero. Franco mi parlava di voi benissimo e, anche per lui ciò non aveva veridicità. Difatti, lo avete accolto e reso uno di voi, lo avete letteralmente adottato e voluto bene e, questo è stato assolutamente reciproco. Quindi tutt’altro. Amichevole, amabile e disponibile, è dunque la gente del Cilento».

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