Pietrina e il dolore per la morte della figlia Dorotea: «Porto avanti i suoi sogni»

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Pietrina e il dolore per la morte della figlia Dorotea: «Porto avanti i suoi sogni»

di Giangaetano Petrillo

«Si, è dura ma io da mamma lo devo a lei, e questo grande dolore deve tramutarsi in amore, perché lei era una persona speciale, e io fin quando avrò vita parlerò di lei e porterò avanti il suo sogno facendo che casa stella diventi un punto di riferimento e di incontro per chi ama l’arte». La storia di Dorotea è una di quelle tante storie che oramai ascoltiamo quotidianamente, dove sogno ed opportunità si infrangono lungo un tragitto che bruscamente s’interrompe.

La strada. Incidente stradale. Vittima della strada. Direte voi, come lei tanti. Esatto. Anzi troppi. Le strade, almeno quelle costruite a loro tempo dai romani, servivano per ridurre i tempi del commercio, per spostare intere legioni più velocemente. Ecco, velocizzare i tempi di una vita che spesso sembra andare a rilento. Ma alle volte è proprio la lentezza, anzi l’adeguata velocità a determinare le nostre vite. Quella di Dorotea su quella strada è stata spezzata. Come tante altre direte voi. E invece no. Non per Dorotea, che non conosciamo. Ma perché da quel dramma non si è sviluppata rabbia, rancore, vendetta o solo dolore. No.

«I ricordi a volte sono dolorosi come nel mio caso, ma anche confortanti, meno male che ci sono». Abbiamo raggiunto la mamma, Pietrina Paladino per farci raccontare come sopravvive il ricordo di Dorotea e come l’impegno nell’associazionismo sia un mezzo fondamentale quantomeno per cercare di superare alcuni dolori. Quell’improvvisa morte è stata come un seme, che morendo fa sbocciare qualcosa di nuovo.

Casa Stella nasce su quell’asfalto, lungo quel tragitto. «Questo luogo è nato dopo il dramma che 6 anni fa il 13 maggio 2014 un incidente stradale causa la morte di mia figlia Maria Dorotea, vittima della strada. E da questa grande perdita, per dare un senso a questa perdita, abbiamo, o meglio stiamo cercando di far vivere la sua memoria, e farla conoscere tramite la sua arte». Immediatamente dopo sembrava che il mondo, le lancette che scandiscono quel tempo che tanto ossessiona molti, si fossero fermati. Come congelati dal dolore. Eppure da lì si è aperta un’opportunità.

Per Dorotea di continuare a vivere nel ricordo dei suoi cari. Per la sua famiglia di sopravvivere con la speranza di non aver sofferto invano. «L’associazione è nata lo scorso anno, non solo per ricordare Dorotea, ma ci impegniamo in una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, le due cose camminano insieme. Un impegno per far riflettere su quanto accade sulle strade. E che mettersi alla guida ubriachi e drogati è un pericolo per se stessi e per gli altri».  Un luogo della speranza, della bellezza dell’arte, perché, prosegue la mamma Pietrina: «Lei frequentava l’accademica di Brera. E così è nata casa stella, il suo luogo, un luogo che mettiamo a disposizione di tutti gli artisti che vorranno venirci. E a qualsiasi attività riguardante l’arte.

Da sei anni organizziamo il Dorothy Dream Day, anche con il supporto delle istituzioni di San Giovanni a Piro nelle figure del sindaco Ferdinando Palazzo e il vicesindaco Pasquale Sorrentino che ci danno voce. E ci affiancano sempre, lo scorso anno e stato firmato un patto di intesa con i sindaci dei comuni del golfo di Policastro e del  vallo di diano, per sensibilizzare l’opinione pubblica. poi promuovere l’arte in ogni sua forma».

«I Progetti? Beh son tanti, e siamo aperti e disponibili a proposte per coloro che amano l’arte, la pittura, la fotografia, per studiare in un luogo tranquillo. Noi ospitiamo e ci attiviamo anche per essere vicini nel sociale per i bambini speciali. Insomma più o meno è questo ciò che casa stella, il luogo di Dorotea, si propone di fare. Ovviamente abbiamo bisogno di tutti».

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