Presunti maltrattamenti sui cani, un’amica: «Gianluca è capro espiatorio, non è colpevole»

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Presunti maltrattamenti sui cani, un’amica: «Gianluca è capro espiatorio, non è colpevole»

«Non è stato Gianluca ad avvelenare i suoi cani. Non gli avrebbe mai fatto del male, li ama come fossero suoi figli». Dall’altra parte del telefono una voce adulta. E’ Patrizia, vive a Como. Racconta che passa le ore al telefono con lui: «è tutto falso quello che si dice in merito alla vicenda che lo vede coinvolto». «Non è il ragazzo che tutti hanno dipinto come assassino. Lui non farebbe male neanche ad una mosca». Difende così Gianluca Di Martino, 19enne di Sapri, accusato sui social network di aver maltrattato i suoi cani.

La polemica è divampata tra agosto e settembre e sta tenendo banco sui social network ormai da settimane. Dito puntato contro il giovane volontario saprese. Diverse le accuse. La prima di aver avvelenato i suoi cani. La seconda di tenerli in condizioni igieniche precarie in un canile improvvisato e senza autorizzazioni alla contrada Medichetta tra Sapri e Rivello. Le polemiche hanno avuto inizio da alcuni video finiti su Facebook in cui Di Martino mostrava i suoi cani agonizzanti e spiegava in lacrime che erano stati avvelenati da qualcuno. Una giornalista, insospettita da alcuni episodi, ha iniziato una battaglia a suon di post documentati da foto in cui spiegava che Di Martino avanzava anche richieste di denaro a sostegno della sua attività di volontario. 

Il giovane si è sempre professato innocente. Decine le segnalazioni alle autorità competenti. In questo periodo Polizia municipale e Asl si sono recati più volte nei luoghi segnalati dalle volontarie e dai cittadini. Gli stessi sindaci di Rivello e Sapri hanno effettuato dei sopralluoghi, quest’ultimo, Antonio Gentile, con il deputato dei Cinque stelle Paolo Bernini. Entrambi hanno spiegato di aver trovato «una situazione nella norma». «In casa ha sette cani – ha spiegato Patrizia al giornaledelcilento.it – Li tiene lì perché ha paura che glieli avvelenino. Li porta fuori due alla volta. Vive con la nonna, fa piccoli lavoretti per mantenersi ed è un ragazzo dolcissimo. E’ stato a Milano minorenne per guadagnare qualcosa, ha comprato un pezzo di terra e con l’aiuto di altri ha messo i cani che trovava in giro in un rifugio che ha costruito per loro. Lo hanno accusato di avergli dato dei soldi per accudire i cani. I soldi di cui parlano le volontarie sono 250 euro in due mesi. L’estratto conto documenterà il resto. A sostenerlo economicamente è la nonna». 

Patrizia racconta cosa c’è dietro ai video e a quegli episodi. «Quando è arrivato al rifugio e ha trovato i cani morti ha chiamato un’amica che gli ha urlato di fare il video altrimenti nessuno gli avrebbe creduto, perché aveva già tutte le animaliste contro. – spiega – E sempre quell’amica gli ha chiesto di fare un video quando Maya, il pastore tedesco, era in preda alle convulsioni, pensando che invece fossero crisi epilettiche. Glielo ha inviato in privato, lei lo ha pubblicato». «C’è tanta cattiveria nei suoi confronti da parte delle animaliste. Lo hanno infangato. Ma io non mi fermerò qui, e lo difenderò in ogni modo perché Gianluca non è l’assassino dei suoi cani. L’ho convinto ad andare da un avvocato per difendersi anche da tutte le continue minacce di morte che gli arrivano ogni giorno. Questa è la verità ed io ho le prove», conclude la donna

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