“E chi è, o sarà, il Principe?”

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“E chi è, o sarà, il Principe?”

PRINCIPATO?

Il termine storico esprime il significato inequivoco di un territorio governato da un PRINCIPE.

E’ molto discutibile, per non dire di peggio, che nel 2000 si possa avanzare una seria proposta di AUTONOMIA di un territorio come “regione” o “provincia” parlando di “PRINCIPATO DI SALERNO”…(sic!).

Volendo fare anche della facile ironia si potrebbe chiedere: “E chi è, o sarà, il Principe?”.

Con tutto il rispetto dovuto alle opinioni di Cirielli mi pare una proposta tanto stravagante quanto inaccettabile. Inaccettabile da chiunque si sente “cilentano” geloso custode della sua storia, della sua identità culturale, delle sue tradizioni popolari, delle suoi valori storici. Tipici di una cultura contadina che ha lasciato il segno anche nelle generazioni moderne.

Basterebbe pensare alla “lingua cilentana” (o dialetto) che niente o quasi ha in comune con Salerno o Napoli e tanto, invece, con la gente lucana della Basilicata. Basterebbe fare riferimento alla sociologia e all’antropologia per cogliere lo storico “conflitto” tra la campagna (Cilento) e la città (Salerno e Napoli). Conflitto che rimane dentro tutti i gangli della vita, dei rapporti familiari, dei rapporti umani e sociali nel “piccolo paese” e nel “vicinato” con i quali è cresciuta la storia dei numerosi paesi cilentani della costa e dell’interno.

Valori che bisogna difendere e rilanciare per respingere le lusinghe effimere di un modernismo legato a pseudovalori come il consumismo e l’uso esasperato dei beni e del territorio, tipiche della cultura metropolitana (Salerno e Napoli) che vuole “godere” del suo “tempo libero e di vacanza” colonizzando il territorio della campagna e della periferia.

Una colonizzazione che ha già determinato guasti profondi lungo tutta la costa cilentana e che spesso si è materializzata con abusi e illegalità edilizie e di sfruttamento del demanio e delle spiagge cilentane.

Con la colpevole disattenzione o, peggio, la condivisione di personale politico cilentano pù attento alle proprie carriere politiche che agli interessi generali del territorio.

L’AUTONOMIA del Cilento o, come opzione secondaria, l’adesione alla GRANDE LUCANIA sarebbe la fine di questo colonialismo moderno del Napolicentrismo o Salernocentrismo e l’inizio della rinascita politica, economica, sociale e civile della nostra terra.

Precisando che questa idea dovrebbe essere costruita dalla volontà dei Cilentani e deve camminare sulle loro gambe. Non dalle proposte estemporanee e interessate di qualsiasi “aspirante” Principe di Salerno.

Prof. Eduardo Rina

Docente di Economia Aziendale

Cilentano emigrato, come tanti.

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