Processo storico, Sapri ha assolto Mazzini

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Processo storico, Sapri ha assolto Mazzini

Il Tribunale del popolo ha assolto Giuseppe Mazzini con 83 voti contro 35. Il Maestro era stato tratto a giudizio per rispondere delle accuse formulate da Elena Bianchini Braglia, scrittrice modenese, per

  1. avere sacrificato la vita di tanti giovani organizzando spedizioni che sapeva essere fallimentari.
  2. Attività terroristica e utilizzo di tattica stragista.
  3. Dopo aver dichiarato che ogni violenza è lecita pur di affrancare la patria dallo straniero, essersi appoggiato allo straniero. 
  4. Avere portato crimini e disordine a Roma, con l’esperimento della Repubblica Romana del 1849. 
  5. Avere rifiutato caparbiamente la via del federalismo per promuovere invece un’unificazione centralista, omologante, nel disprezzo più radicale delle tradizioni, della volontà, della fede dei popoli italici, e in ossequio al volere delle logge massoniche, dell’Inghilterra, dei nemici della Chiesa cattolica. 

La difesa, impersonata dal dr. Michele Finelli, presidente dell’Associazione mazziniana italiana, ha argomentato e motivato la legittimità della rivolta contro l’oppressione austriaca nonché contro i regimi illiberali che governavano i sette staterelli italiani, comprese le dinastie dei Savoia e dei Borbone, sostenendo che Mazzini era stato chiamato a Roma per partecipare al governo della proclamata repubblica romana solo dopo la fuga del papa a Gaeta.

Quanto alla conclusione del processo unitario, ha difeso il suo assistito sostenendo che Mazzini non avrebbe consegnato giammai il Mezzogiorno liberato allo stato sabaudo e che l’unità avrebbe dovuto farsi sotto l’egida della repubblica e non dei regnanti di casa Savoia.

A conclusione del dibattimento, presieduto dal prof. Alfonso Conte, titolare della cattedra di storia del mezzogiorno presso l’Università degli Studi di Salerno e a beneficio dei giurati popolari, il Presidente è intervenuto per ricordare che esiste nel diritto internazionale e, comunque, nella coscienza dei popoli il riconoscimento unanime del diritto alla insorgenza contro tutti i regimi liberticidi e che l’insurrezione contempla anche l’uso della violenza contro coloro che calpestano il diritto alla vita, alla libertà ed alla integrità degli esseri umani, richiamando, in proposito, la resistenza partigiana contro l’occupazione militare nazifascista del suolo italiano.

Sotto questo profilo, le insurrezioni, gli attentati ai tiranni e gli atti di violenza compiuti nel corso del Risorgimento europeo non sono neanche lontanamente paragonabili al terrorismo contemporaneo. 

Ha, poi, ricordato che l’ingerenza di un paese negli affari di un altro paese è analogamente prevista nel diritto internazionale, senza che ciò comporti lesione del principio dell’autodeterminazione dei popoli, tutte le volte in cui vengano negati gli inconculcabili diritti connaturati alla dimensione dell’umanità.

Ha richiamato, in proposito, l’intervento militare degli Stati Uniti al fianco dell’Europa nel contrasto al nazifascismo. La giuria popolare ha accolto le tesi della difesa ed ha restituito Mazzini nel posto che gli spetta nel Pantheon dei padri della patria.

Il consigliere comunale Agostino Agostini, che ha portato i saluti istituzionali del Comune di Sapri in sostituzione del Sindaco Antonio Gentile, ha preannunciato che il processo alla storia dell’anno prossimo vedrà come imputato Giuseppe Garibaldi.

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