Processo Mastrogiovanni, difesa: «Legato perché aggressivo». Nipote: «Stanno uccidendo ancora mio zio»

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Processo Mastrogiovanni, difesa: «Legato perché aggressivo». Nipote: «Stanno uccidendo ancora mio zio»

«Contenuto perché aggressivo». L’arringa dell’avvocato Domenicantonio D’Alessandro, che difende Raffaele Basso, medico psichiatra, ha lasciato sbigottiti i familiari di Franco Mastrogiovanni, il maestro elementare di Castelnuovo Cilento morto nel 2009 nel reparto psichiatrico di Vallo della Lucania dopo un Tso con contenzione durato 83 ore. Ieri è ripreso a Salerno il processo d’appello per la sua morte, per la quale sono indagate 18 persone, tra medici e infermieri del reparto. 

Audio – Gli interventi dell’udienza di venerdì al processo d’Appello per la morte di Mastrogiovanni

La replica «Lo stanno uccidendo di nuovo – ha detto Grazia Serra, avvocato e nipote di Franco Mastrogiovanni – Stanno calpestando la sua dignità, anche da morto». Per l’avvocato D’Alessandro «la contezione – praticata a carico di Franco – è giustificata dal suo comportamento aggressivo». «Come da video, altro che comportamento aggressivo – replica la nipote a mezzo stampa – zio si è comportato da persona educata dando pure la mano agli infermieri che lo hanno legato mentre dormiva. E sicuramente non e’ finita vogliamo come comitato che sia proiettato in aula il video dell’orrore come replica finale».  

Alcune analisi della nipote «Oltre al punto del comportamento aggressivo (sia pure verbalmente come specificato) – spiega Grazia Serra – tale da giustificare la misura barbara della contenzione farmacologica e fisica e di cui nel video maledetto non c’è alcuna traccia, un breve cenno alla diagnosi di bipolare fatta post mortem a Franco. In nessuna delle cartelle sanitarie del reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania (da quella del primo Tso del 2003 – ordinato senza minimamente contattare la famiglia – e fino all’ultimo (2009) si fa cenno ad una diagnosi di disturbo bipolare. – specifica la nipote – Siamo ben consci che il diritto alla difesa è un diritto costituzionale e nessuno lo può e deve mettere in discussione, ma anche il diritto del comitato a seguire il processo e far conoscere all’opinione pubblica il contenuto degli interventi dei legali della difesa non deve essere messo in discussione».

Disturbo bipolare mai diagnosticato «Può essere fatta una diagnosi psichiatrica ‘post mortem’? – ribadisce Serra – e perchè non è stata mai fatta dai medici del reparto? A chi ci accusa di aver impiantato un processo mediatico, soprattutto in primo grado, rispondiamo che l’obsoleto codice penale c.d. Rocco assegna al processo penale una precisa funzione sociale e questa funzione è propria anche nel caso del processo in corso a Salerno. Come comitato verità e giustizia per Franco Mastrogiovanni, tramite i legali di parte civile chiederemo che venga visionato in udienza pubblica il video della barbarie», conclude la nipote.

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