Procura di Salerno chiude indagini per l’ex commissario Asl Bortoletti: «falso ideologico». Lui: «Mi difenderò con i miei legali»

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Procura di Salerno chiude indagini per l’ex commissario Asl Bortoletti: «falso ideologico». Lui: «Mi difenderò con i miei legali»

La procura di Salerno ha notificato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari al colonnello dei carabinieri Maurizio Bortoletti, ex commissario dell’Asl di Salerno, dopo la denuncia fatta dal primo cittadino di Scafati, Pasquale Aliberti. L’avviso di conclusione delle indagini è stato firmato dal procuratore Carmine Olivieri. Entro 20 giorni dalla notifica dell’atto potrà produrre documenti, ma, a stretto giro, la procura potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per falso ideologico. A darne notizia è lo stesso colonnello, per il tramite dei suoi difensori, gli avvocati Michele Avallone e Franco Maldonato, dicendosi fiducioso e sereno nell’operato della magistratura, e «pronto a fornire tutte le delucidazioni dovute agli organi inquirenti, affinché questa vicenda si chiarisca rapidamente già in questa fase di indagine».

Un passo indietro La vicenda risale al maggio 2014, quando è scattata la denuncia nei confronti dell’ex commissario Asl da parte del sindaco di Scafati. Alla base di tutto, le dichiarazioni di Bortoletti sui tempi di percorrenza dall’ospedale di Scafati a quello di Nocera Inferiore – dove c’è il pronto soccorso eliminato dalla prima struttura – che secondo Aliberti non sarebbero reali. L’ex commissario, secondo il sindaco di Scafati, «nel presentare il piano attuativo aziendale avrebbe potuto e dovuto rilevare l’erroneità di quanto previsto dal decreto 49». Bortoletti aveva detto che «la risposta ospedaliera è garantita dall’ospedale di Nocera con tempi di percorrenza inferiore ai cinque minuti» contro i dieci minuti di Sarno.

«Il carabiniere che ha sanato la più incredibile Asl d’Italia» Dall’aprile 2011 al 31 luglio 2012 al colonnello dei carabinieri torinese è toccato l’incarico di commissario straordinario dell’Asl di Salerno. Obiettivo: il risanamento del bilancio. Una roba che detta così non dice molto. O comunque non dice quanto dovrebbe. In realtà, l’azienda salernitana è la più grossa d’Italia e per giunta è la sola dell’intera provincia. E al momento dell’insediamento del colonnello dei carabinieri, la struttura presentava una situazione economica drammatica, con bilanci consuntivi che evidenziavano perdite per 272,545 milioni di euro nel 2008, 250,597 nel 2009, 244,721 nel 2010. Debiti consolidati e ritardi nei pagamenti ai fornitori ad oltre 500 giorni, per cui migliaia di azioni legali. Un paio di mosse strategiche, e Bortoletti ha portato a casa un risparmio di 168 milioni di euro. In sintesi in un anno e mezzo ha consentito un mancato spreco di circa 200 milioni di euro. Che sono 387 e passa miliardi delle vecchie lire. Infatti il conto economico del primo trimestre 2011 aveva evidenziato perdite per 64,31 milioni di euro.

Il risanamento economico com’è avvenuto? «Senza tagli lineari, senza risorse aggiuntive, senza chiudere nulla e a legislazione invariata. Ho valorizzato innanzitutto il magazzino, che era superiore, come costo in percentuale, a quello della Fiat. E ciò significava perdite per scadenza a causa di mancato utilizzo o utilizzo parziale di farmaci come i chemioterapici, che costano dai 500 ai 1.500 euro per una sola dose. Insomma, ho adottato il criterio del buon padre di famiglia». Oppure il criterio di chi fiuta il marcio e smaschera chi non fa il proprio dovere, requisiti che il colonnello dei carabiniere Bortoletti possiede tutti. 

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