Provincia di Salerno in pole: «Qui l’artigianato non è in crisi, anzi è in crescita»

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Provincia di Salerno in pole: «Qui l’artigianato non è in crisi, anzi è in crescita»

Mentre la crisi affossa gli altri settori dell’economia nazionale, la provincia di Salerno si colloca al primo posto in Italia nella graduatoria relativa ai tassi di crescita delle imprese artigiane. I dati sono elaborati dal sistema Unioncamere e si riferiscono al terzo trimestre 2014. Dunque, segnali positivi per l’artigianato salernitano e quindi anche cilentano. Con un saldo attivo di 176 aziende (+0,90%) la provincia di Salerno risulta in netta controtendenza rispetto allo scenario nazionale (-0,07%). In termini assoluti nel salernitano risultano attive (al 30.09.2014) 19.713 imprese artigiane. In questo modo la nostra provincia precede abbondantemente quelle di Caserta (11.271, saldo:-15, -0,13%); Benevento (4.927, saldo: 10, 0,20%); Avellino (7.208, saldo:0, 0%). Solo la provincia di Napoli – sempre in termini assoluti – precede quella di Salerno con 29.570 imprese artigiane attive, ma con un saldo negativo (-132, -0,44%).

I dati sono stati elaborati dal Centro Studi Ance Salerno in base all’analisi effettuata dal sistema Unioncamere/Infocamere (09.01.2015) che ha tenuto conto della dinamica particolarmente negativa nel suo complesso, del comparto artigiano in Italia: a livello nazionale risultano 76.000 imprese in meno tra settembre 2011 e settembre 2014. In particolare la componente straniera – cresciuta di 7.400 unità, sempre a livello nazionale, negli anni della crisi – secondo Unioncamere è andata ricoprendo un ruolo sempre più strategico per gli equilibri (nati/mortalità) del comparto.

La componente straniera nell’artigianato campano Da un punto di vista generale il peso percentuale delle imprese artigiane a guida straniera nei capoluoghi campani risulta molto al di sotto della media Italia (12,8%). Addirittura la provincia di Napoli si segnala come capoluogo di regione con la più bassa percentuale di incidenza (2%) di questa tipologia di imprese. L’incidenza di imprese artigiane guidate da stranieri in termini percentuali è pari al 7,1% in provincia di Avellino; al 6,3% in provincia di Salerno; al 6,1% nel Casertano e al 5,7% nel Sannio. «Nel resto d’Italia – sottolineano gli analisti – si configurano due dinamiche di segno opposto: da un lato la progressiva erosione subita dal comparto artigiano; dall’altro la crescita della componente straniera. In estrema sintesi: le imprese artigiane con guida straniera hanno raggiunto il 12,8% del totale del comparto, aumentando la loro incidenza dell’1,2%».

«Se si considera, invece, lo scenario campano – evidenzia ancora Ance Salerno – emerge che a fronte di un saldo positivo (III trimestre 2014) nelle province di Salerno (+0,90%) e Benevento (+0,20%) e di una evidente tenuta in provincia di Avellino, solo le province di Caserta (-0,13%) e Napoli (-0,44%) risultano in campo negativo. Più specificamente nel Casertano e nel Napoletano il tasso percentuale negativo è più alto di quello nazionale (-0,07%). “Insomma, mentre i tassi di crescita delle aziende artigiane nel loro complesso in tre province su cinque sono da considerarsi in controtendenza rispetto al quadro nazionale, il tasso di incidenza della componente straniera è ben al di sotto di quello nazionale (12,8%). È da considerarsi – concludono gli analisti di Ance Salerno– un segnale di vitalità di un comparto che, sebbene aggredito dalla crisi, riesce a resistere soprattutto in base all’enorme potenziale di saperi produttivi difficilmente trasmissibili. Mentre nel resto d’Italia la componente di auto imprenditori stranieri pervade i segmenti del noleggio, delle agenzie di viaggio, dei servizi alle imprese, delle costruzioni, delle attività di alloggio e ristorazione, nel territorio campano questo tipo di dinamica è, sulla base delle risultanze statistiche, più difficile». 

«I dati relativi al trend positivo delle imprese artigiane in provincia di Salerno  – ha dichiarato il presidente Ance Salerno Antonio Lombardi – confermano la strategicità e la vitalità di un settore che, pur colpito in maniera gravissima dalla crisi, riesce a contrastare le difficoltà quotidiane in considerazione delle qualità professionali e del know how produttivo che è capace di esprimere».  «Di fronte a questo quadro – ha continuato Lombardi – è, però, insostenibile l’atteggiamento di quasi totale abbandono di questo comparto che sperimenta forme di auto/ impiego incentrate anche sulla trasmissione di competenze familiari molto importanti per il contributo che sono in grado di apportare, per esempio, alla filiera dell’edilizia come ad altre non secondarie catene di formazione del valore. È del tutto evidente – ha concluso il presidente di Ance Salerno – che senza ulteriori indugi andrebbe varato un piano organico di sostegno all’artigianato riservando grande attenzione proprio al delicato passaggio di consegne tra vecchie e nuove generazioni imprenditoriali al fine di evitare di disperdere competenze difficilmente rintracciabili nel resto del territorio nazionale». 

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