Il reparto rimane chiuso. L’Asl: previsto adeguamento dei locali e arrivo di personale specializzato

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Il reparto rimane chiuso. L’Asl: previsto adeguamento dei locali e arrivo di personale specializzato

Dopo il reintegro alla professione sanitaria dei 14 sanitari dell’ospedale di Vallo della Lucania coinvolti nella vicenda della morte di Francesco Mastrogiovanni, sancito dalla decisione del tribunale del Riesame di Salerno, il reparto di Psichiatria resterà chiuso ancora per un certo periodo. E’ quanto emerge dalle comunicazioni diffuse dal responsabile dell’ufficio stampa dell’ex Asl Sa 3. Contattato dal giornaledelcilento.it ha riferito: "Approfittando della chiusura del reparto di psichiatria, l’Asl si è adoperata affinchè il servizio dato agli utenti sia sempre migliore. In questo senso, è stato già approvato il progetto preliminare per la realizzazione dei lavori di adeguamento dei locali da destinare al servizio psichiatrico. Contemporaneamente è stata chiesta alla Regione Campania una deroga per poter assumere personale specializzato". Secondo quanto fa sapere l’Asl, in attesa che tali operazioni di "miglioramento del servizio" siano portate a termine, il reparto rimane chiuso.

Quest’ultimo era stato chiuso allorchè il primario reggente Antonio Mautone aveva constatato l’impossibilità di garantire il normale funzionamento del reparto con solo un medico e quattro infermieri disponibili – i cinque sanitari non toccati dall’ordinanza emanata lo scorso 18 gennaio dal gip Nicola Marrone, con la quale gli altri 14 colleghi erano stati interdetti dalla professione sanitaria per due mesi. Poi qualche giorno fa è arrivata la decisione del Riesame che ha annullato quella sospensione. Reintegrati, dunque.

Ma il reparto, per il momento, non riapre e, secondo quanto comunica l’Asl, ciò non è legato alle decisioni dei giudici di Salerno. I quali tuttavia si riferiscono al reparto in questione in maniera netta e inequivocabile: "evidenti carenze strutturali e organizzative del reparto di Psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, del tutto inidoneo, come si evince dalle foto e dal filmato, a svolgere qualunque funzione di accoglienza ed assistenza agli esseri umani". Inoltre, i magistrati affermano che nei giorni in cui Francesco Mastrogiovanni è stato nel reparto di Psichiatria del nosocomio vallese – legato mani e piedi al letto, senza essere mai slegato, senza che la contenzione fosse regolarmente registrata in cartella clinica, nutrito solo con le flebo, non adeguatamente controllato ed infine morto alle 1e 35 del 4 agosto scorso per edema polmonare – si è verificata "una progressiva scadenza della qualità del servizio sanitario offerto, con inaccettabile compressione di ogni diritto del malato, già costretto al ricovero in una struttura a fatica qualificabile come ospedale e poi ancora posto in un regime di ricovero ripugnante per qualunque essere umano".

Secondo l’Asl, le operazioni di riassetto e miglioramento erano già previste e non dipendono dalle considerazioni dei giudici.
 E non ci sono solo le considerazioni di quelli del Riesame, tenendo presente pure l’ordinanza del gip in cui si parlava di "sconcertante sequela di abusi".

In precedenza, nelle ore susseguenti alla decisione del Riesame, che non ha rilevato i presupposti per l’attuazione della misura cautelare di interdizione dalla professione sanitaria, l’avvocato Caterina Mastrogiovanni del comitato "Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni" ha esposto alcune considerazioni al giornaledelcilento.it: "In un primo momento c’è stata una certa delusione per la decisione, ma leggendo con attenzione le motivazioni addotte dai giudici risulta chiaro che la gravità del quadro accusatorio presentato dal gip risulta sostanzialmente confermata. Anzi, il Riesame ha rincarato la dose con delle affermazioni molto dure riguardanti il reparto". Sul video acquisito dagli inquirenti, registrato dalle telecamere di sorveglianza del reparto, che racconta passo passo i quattro giorni di ricovero in regime di Tso di Mastrogiovanni, il legale ha riferito: "Ho avuto modo di visionare le registrazioni. E’ la prova certa, granitica, a sostegno delle accuse. Ci sono scene agghiaccianti. Il trattamento a cui è stato sottoposto Mastrogiovanni è disumano".

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