Approvate le modifiche al Piano casa, arriva un bonus per chi abbatte in zone a rischio

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Approvate le modifiche al Piano casa, arriva un bonus per chi abbatte in zone a rischio

 La Giunta approva le modifiche al Piano: gli ampliamenti saranno cumulabili

Bonus di aumento della volumetria del 35 per cento a chi abbatte la propria abitazione a rischio idrogeologico (a spese proprie la demolisce, ma in cambio ottiene dalla Regione l’aumento automatico della cubatura della nuova abitazione in altra zona); la possibilità di avvalersi dei benefici di legge anche in caso di volumetrie in corso di realizzazione per ampliare la platea dei destinatari; impossibilità di intervenire su edifici di pregio storico solo se catalogati tra i beni vincolati. E ancora: la cumulabilità degli ampliamenti previsti dal piano casa e degli strumenti urbanistici vigenti; la possibilità per gli imprenditori di delocalizzare le industrie inquinanti a patto di garantire incremento occupazionale nei 5 anni successivi. Sono le principali novità delle modifiche al piano casa (legge 19 del 2009) approvate ieri dalla Giunta regionale.

 

Con le modifiche varate dalla giunta Caldoro, su proposta degli assessori all’Urbanistica, Marcello Taglialatela, ed ai Lavori Pubblici, Edoardo Cosenza, si punta a correggere la legge 19 del2009 (il cosiddetto Piano Casa) che dalla sua entrata in vigore ha potuto avere applicazione solo marginale sia da parte dei Comuni che dei privati.
Il documento che adesso dovrà essere sottoposto al vaglio della commissione urbanistica e del Consiglio regionale consentirà, spiega Taglialatela, di "incentivare gli investimenti dei privati, creare sviluppo e rispondere concretamente alle istanze dei costruttori e dei Comuni che si sono lamentati in questi mesi per l’impossibilità ad attuare la norma". In particolare, per migliorare la legge, vengono semplificate le procedure amministrative in materia urbanistica ed edilizia.
"La normativa vigente, approvata dal Consiglio regionale nella precedente consiliatura, così come era stata elaborata non ha prodotto alcun effetto significativo – dice Taglialatela -. Rendere attuabile la legge significa ridare grande slancio all’edilizia abitativa e contribuire a favorire il rilancio economico del territorio. Prima che il provvedimento fosse portato all’esame della giunta, peraltro, abbiamo svolto diverse riunioni con i rappresentanti dell’Anci (Associazione dei Comuni) e dell’Acen (Associazione dei Costruttori), tenendo conto delle loro osservazioni".

DELOCALIZZARE LE IMPRESE

Ma quali sono le novità di questo "Piano casa 2"? Tre quelle sostanzialmente previste. La prima: il riconoscimento di un bonus in volumetria – circa il 35 per cento in più della cubatura complessiva – per quanti lasceranno le proprie case realizzate in aree a rischio idrogeologico e sismico e andranno a costruire in aree sicure. La seconda è la delocalizzazione di fabbriche inquinanti che si trovano nell’ambito della cinta urbana. Queste strutture – a patto che si mantengano i livelli occupazionali – potranno essere convertite in abitazioni, in modo così da sostenere un percorso di riqualificazione urbana. Sarà possibile anche valorizzare le aree dismesse. La terza: l’avvio di un processo di semplificazione delle procedure.

ARTICOLO 11 BIS

"Si tratta di un provvedimento fondamentale per l’economia della Campania – dice Cosenza – La modifica servirà a rilanciare le attività delle imprese di costruzioni del territorio e, al contempo, potrà soddisfare le attese dei cittadini che hanno difficoltà nel reperire alloggi". E’ l’articolo 11 bis la vera novità del provvedimento secondo l’assessore ai Lavori pubblici: "Si tratta – spiega – delle disposizioni per la delocalizzazione di immobili da aree a rischio idrogeologico molto elevato, previsione che ho fortemente sostenuto e che è stato pienamente condiviso dall’assessore Tagliatatela, artefice della modifica dell’impianto della legge".

VINCOLI PER LA SICUREZZA

"Per la prima volta in Italia – spiega Cosenza, che ha anche la delega alla Difesa del Suolo – si fornisce un chiaro strumento per delocalizzare le abitazioni sorte in aree soggette al rischio di frane improvvise e crolli di ammassi rocciosi. I cittadini potranno finalmente costruire abitazioni in luoghi sicuri, abbattendo contemporaneamente gli edifici in aree a rischio, senza peraltro favorire chi ha recentemente effettuato abusi edilizi. Lo strumento legislativo – assicura l’assessore – è semplice ed è a costo zero per la Regione Campania che, come noto, è caratterizzata da un territorio ad elevato rischio idrogeologico". Nel testo, fa notare Edoardo Cosenza, non sono stati, invece, modificati gli articoli 9 e 10 che garantiscono una valutazione del rischio sismico delle nuove costruzioni e che impongono la conservazione, senza oneri aggiuntivi, di un fascicolo contenente gli atti essenziali per la conoscenza della sicurezza geologica, geotecnica e strutturale degli edifici."Era un impegno che avevamo assunto in campagna elettorale – conclude il governatore Stefano Caldoro – e lo abbiamo voluto realizzare subito. E’ un provvedimento facilitatore che ci mette in linea con quello che è l’indirizzo del governo sulla materia".

Le novità
1) Ampliamento fino al venti per cento della volumetria esistente per gli edifici uni-bifamiliari, gli edifici di volumetria non superiore ai mille metri cubi e quelli residenziali composti da non più di tre piani fuori terra (nel testo vecchio erano due), oltre all’eventuale piano sottotetto.
2) Per la riqualificazione delle aree urbane degradate, sparisce il termine di sessanta giorni dall’entrata in vigore del Piano entro il quale le amministrazioni comunali, con proprio atto, individuano ambiti la cui trasformazione urbanistica ed edilizia è subordinata alla cessione da parte dei proprietari, di aree ed immobili da destinare ad edilizia sociale
3) Se non sono disponibili aree da destinare a edilizia residenziale sociale, le amministrazioni comunali, anche in variante agli strumenti urbanistici, possono individuare aree da utilizzare allo scopo e destinare prevalentemente a giovani coppie e nuclei famliari con disagio abitativo.
4) Le fabbriche inquinanti che operano nel territorio urbano possono essere trasformate in abitazioni ma solo dopo la preventiva delocalizzazione dell’azienda in ambito provinciale e la garanzia, con apposito piano di trasferimento, l’incremento del 10 per cento nei successivi cinque anni degli attuali livelli occupazionali.
5) Riconoscimento di un bonus per aumentare la volumetria della nuova abitazione del 35 per cento per quanti lasceranno e abbatteranno le proprie case realizzate in aree a rischio idrogeologico e sismico e andranno a costruire in aree sicure.
6) Le linee guida per la comunicazione di interventi inseriti nel piano casa sono stabilite dalla giunta regionale della Campania senza alcun limite temporale (nel precedente testo la scadenza era fissata in trenta giorni dall’entrata in vigore della legge).
7) Scompare il divieto di sovapposizione tra gli ampliamenti autorizzati dal piano casa e quelli consentiti dagli strumenti urbanistici comunali per gli stessi edifici. Con il nuovo testo sono cumulabili.

La modifica al Piano casa prevede, tra l’altro, la possibilità per gli imprenditori di delocalizzare le industrie inquinanti a patto di garantire incremento occupazionale nei cinque anni successivi.

 

fonte: denaro.it

 

 

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