La gestione d’emergenza è ufficialmente terminata, ma non si sa cosa accadrà nei prossimi giorni

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La gestione d’emergenza è ufficialmente terminata, ma non si sa cosa accadrà nei prossimi giorni

Calendario alla mano, i presidenti dei quattro consorzi dei rifiuti della provincia di Salerno, alla domanda «cosa accadrà tra 48 ore nella gestione del ciclo dei rifiuti?» rispondono in coro: «Non lo sappiamo». Insomma, mentre in alto ieri si muovevano le pedine della nascente società provinciale dei rifiuti, in basso, nessuno sa chi mai con il nuovo anno dovrà firmare un qualunque atto amministrativo, nessuno sa chi dovrà fare cosa. «Stiamo aspettando il testo del decreto approvato in consiglio dei ministri qualche giorno fa – dice Erminio Signorelli del Corisa4 – che dovrebbe chiarire ruoli e responsabilità; ancora non è stato pubblicato». Ieri, martedì, da Vallo della Lucania hanno fatto partire anche la richiesta di proroga per il funzionamento dell’impianto di selezione del secco nel comune di Casal Velino, in scadenza alla mezzanotte di domani. Altrimenti dal 2 gennaio si dovrà fermare tutto. Ma a partire da quella data, chi avrà il compito e la responsabilità di gestire le aree di trasferenza e i vari impianti sul territorio? Signorelli alza le mani e cita il sommo Dante: «Siamo sospesi, non sappiamo che fine facciamo».

Non risponde in maniera tanto diversa Raffaele Fiorillo, ex primo cittadino di Cava de’ Tirreni, da anni presidente del Corisa1. Che notizie avete? Lapidario: «Nessuna». «Abbiamo ricevuto dalle banche tesoriere la comunicazione che se non ci saranno novità normative a partire dal 1 gennaio bloccheranno le anticipazioni». Una bella batosta per un’azienda come il Corisa1 con un fatturato di 15 milioni di euro che vanta 9 milioni di credito dai comuni. «Significherebbe il collasso. Ci auguriamo che nei prossimi giorni – conclude Fiorillo – ci siano elementi di chiarezza, sperando che le fasi di passaggio non creino scompiglio. Nell’attesa, continuiamo a svolgere i servizi di raccolta dei rifiuti». Insomma, che la normativa regionale abbia decretato lo scioglimento dei consorzi, oramai è cosa nota. Ma tempi e modalità, finanche per gli stessi attori che fino ad oggi hanno gestito il ciclo integrato dei rifiuti, si accompagnano a dubbi ed interrogativi.

Dario Barbirotti presidente del Corisa2, da cui è partito il là per la raccolta differenziata del modello Salerno, anche lui poco informato, guarda alla società provinciale dei rifiuti, spalmando l’organigramma dei circa 350 lavoratori che ruotano intorno alle aree di trasferenza di Ostaglio e Sardone, alle nuove e vecchie discariche. Barbirotti si chiede anche cosa ne sarà dei compiti del Corisa2 presso la discarica di San Tammaro in provincia di Caserta. L’impegno era di 5 anni, ne è passato solo uno. Ore di attesa anche a San Rufo, sede del Corisa3. Le domande si rincorrono: i lavoratori verranno tutti assorbiti dal nuovo ente gestore? La società provinciale dei rifiuti subentrerà anche nelle posizioni debitorie dei consorzi?

A gennaio la Tarsu dovrà essere pagata al nuovo soggetto gestore? Oggi, mercoledì, approda intanto in consiglio regionale un emendamento all’art.32 bis della legge 4 del 2007 presentato da Michele Ragosta. I consorzi cessano di esistere non «all’entrata in vigore della legge» ma dal momento del «trasferimento dei servizi». Ragosta è titubante sulla gestione dei rifiuti delle prossime ore. «Ancora non abbiamo il testo del decreto legge approvato il 17 dicembre scorso dal Governo- non so se da qui a tre giorni siamo in grado di trasferire i servizi dai consorzi ai nuovi soggetti gestori. L’emedamento serve a prevenire un’eventuale emergenza di lavoratori che possono trovarsi senza busta paga».

fonte: corriere del mezzogiorno

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