7 Dicembre 2025

Salerno, le ultime ore di Vincenzo Mazza: la droga, il pugno, la caduta fatale e il depistaggio

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Salerno, le ultime ore di Vincenzo Mazza: la droga, il pugno, la caduta fatale e il depistaggio

Sono state ore concitate e confuse quelle che hanno preceduto la morte di Vincenzo Mazza, 35 anni, originario di Angri, deceduto venerdì sera in un appartamento del rione Santa Margherita a Salerno. Una notte iniziata come una “serata allegra” e finita in tragedia, con un uomo in carcere e una ricostruzione che, sin dai primi minuti, ha mostrato da subito troppe ombre.

A chiamare i soccorsi è stato lo stesso uomo ora accusato dell’omicidio preterintenzionale: Luca Fedele, 49 anni, salernitano, ex pugile dilettante. È stato lui ad aprire la porta ai sanitari del 118, raccontando una storia che, già dalle prime valutazioni, è apparsa difficile da sostenere: Fedele ha infatti affermato di aver sorpreso un estraneo nella sua abitazione e di aver lottato con lui dopo un presunto tentativo di furto.

Una versione che, per qualche minuto, è rimasta l’unica disponibile. Ma l’ingresso dei soccorritori al primo piano della palazzina di via Gabriele D’Annunzio ha subito mostrato un quadro molto diverso da quello descritto. La scena era quella di una violenta colluttazione, non di un furto andato storto.

Poco dopo sono arrivati i carabinieri della compagnia di Salerno, avvisati dal personale sanitario. L’appartamento è apparso immediatamente incompatibile con la tesi del ladro sorpreso sul fatto: sul tavolo, cocaina e crack già predisposti per l’assunzione, elementi che lasciavano intuire un contesto completamente differente. Anche alcuni dettagli ambientali e le posture dei corpi — quello dell’arrestato e quello della vittima — non coincidevano con il racconto iniziale.

Da qui la decisione dei militari di accompagnare Fedele in caserma. L’uomo non ha opposto resistenza, uscendo dal portone con il cappuccio calato sul volto e le mani affondate nelle tasche. L’interrogatorio è proseguito per ore, ma il 49enne avrebbe fornito più versioni, diverse tra loro, alternando dettagli incoerenti e spiegazioni contraddittorie. Non è stato possibile stabilire se la confusione fosse dovuta allo stato psicofisico dell’uomo o a un tentativo deliberato di allontanare da sé le responsabilità.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i due uomini avrebbero trascorso insieme l’intera serata, prima all’esterno e poi nell’abitazione di Fedele. A un certo punto sarebbe scoppiato un litigio — le cause non sono ancora chiare — degenerato in una colluttazione. Un pugno al volto, secondo gli elementi raccolti finora, avrebbe fatto perdere l’equilibrio a Mazza, che avrebbe battuto la testa con un impatto tale da non lasciargli scampo.

La vittima, un 35enne incensurato e seguito da un centro di igiene mentale, è morta prima ancora che fosse possibile tentare una manovra di soccorso.

Sarà l’autopsia, nelle prossime ore, a stabilire con precisione la dinamica dei traumi e a chiarire se il colpo sferrato da Fedele sia stato determinante o se la caduta abbia provocato la lesione fatale.

Nel frattempo, l’arrestato si trova nel carcere di Fuorni. L’appartamento di via D’Annunzio è stato posto sotto sequestro: gli investigatori stanno completando i rilievi alla ricerca di qualsiasi dettaglio utile a ricostruire con esattezza gli ultimi minuti di vita di Mazza e a verificare la presenza di elementi che possano confermare — o smentire — il tentativo di depistaggio emerso sin dalle prime ore.

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