Sanremo, da Scario l’omelia di don Tonino: «Achille Lauro pecorella smarrita»

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Sanremo, da Scario l’omelia di don Tonino: «Achille Lauro pecorella smarrita»

«È una provocazione? Un’operazione di marketing? Oppure è una manifestazione di disagio?». Sono le domande che Don Tonino Cetrangolo, parroco della Chiesa “Immacolata” di Scario, frazione costiera del Comune di San Giovanni a Piro, ha posto ai fedeli nel corso dell’omelia di ieri. Quest’ultima, infatti, ha riguardato anche la performance eseguita da Achille Lauro durante il Festival di Sanremo che si è concluso lo scorso sabato sera.

Il noto cantante, famoso per le sue esibizioni trasgressive, ha infatti inscenato un autobattesimo nel corso della sua esibizione sul palco dell’Ariston. Un gesto che ha avuto diverse chiavi di lettura e che nel corso dei giorni scorsi è stato commentato da più parti. «Ieri nell’ omelia ho parlato della vocazione di Pietro e dei primi discepoli – ha affermato Don Tonino Cetrangolo – ma nella chiesa esistono anche altre importanti parole  come convocazione, invocazione con i loro specifici significati così come esiste la parola provocazione che per la Chiesa significa lanciare un messaggio a favore di qualcosa, attirare gli altri alla chiamata originaria. Bisogna capire se  Achille Lauro, relativamente alla sua esibizione al Festival di Sanremo, con la sua provocazione ha voluto lanciare un messaggio oppure si è trattato di una operazione esclusivamente di marketing. Ogni artista con le sue canzoni, oltre al profitto economico, vuole creare una suggestione, vuole lanciare un messaggio ben preciso. Ed è necessario che in quanto prete vada a fondo e capisca il significato di alcune esternazioni e di alcuni gesti».

Una performance dunque che secondo alcuni esponenti della Chiesa ha rappresentato un momento blasfemo, un vilipendio della religione. «Come ha sempre professato Gesù è necessario avvicinare la pecorella smarrita – ha poi continuato Don Tonino – Sicuramente non possiamo addomesticare il male che va tenuto ben distinto dal bene ma bisogna distinguere l’errore dall’errante.  Gesù ha sempre condannato l’errore ma ha cercato sempre di avvicinare l’errante. Così come ha fatto con la samaritana con la quale Gesù ha aperto un dialogo che poi le ha permesso di seguirlo. Non bisogna sempre gridare allo scandalo, pur condannando gli errori. È necessario anche capire cosa una persona ha intenzione di comunicare. In alcuni casi infatti si potrebbe trattare anche di un messaggio di SOS».

Per il parroco dunque è fondamentale che la Chiesa educhi,  capisca  e si metta in ascolto con tutti coloro che hanno un messaggio da esternare. Ma non solo. Per Don Tonino «ci sono momenti in cui bisogna parlare e agire ma ci sono momenti in cui si deve anche tacere, proprio come ha fatto Gesù».

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