Scandalo sanità nel Salernitano, 500 medici denunciati: coinvolti anche cilentani

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Scandalo sanità nel Salernitano, 500 medici denunciati: coinvolti anche cilentani

Sarebbero almeno 500 i medici denunciati in un anno in provincia di Salerno, 300 dei quali sarebbero stati rinviati a giudizio. Le accuse sono varie e spaziano dall’omicidio colposo alle lesioni. I giudici hanno respinto 80 richieste di archiviazione. Il report è stato pubblicato questa mattina da La Città di Salerno. Tremano le i sanitari di mezza provincia e tutti i camici bianchi che sono finiti nella rete degli inquirenti. Nei soli distretti dei tribunali di Salerno e Nocera – scrive La Città – sono stati 74 i sanitari che negli ultimi sei mesi sono finiti nel registro degli indagati con l’accusa di aver causato, con negligenza e imperizia, la morte del paziente. A Salerno uno dei casi più eclatanti è stato quello di Nicoletta Ontano, la 86enne di Montecorvino Rovella a cui fu lasciata nell’addome una pinza chirurgica di ventidue centimetri, scoperta solo sei mesi dopo quando l’anziana arrivò al pronto soccorso del “Ruggi” in preda a dolori lancinanti. La donna morì 24 ore dopo. In tema di errori materiali ha fatto scalpore anche un altro caso, quello che nel 2009 portò alla morte del 75enne di Camerota Gerardo Fasolino. I sanitari avevano scambiato le sacche con il suo gruppo sanguigno con quelle di un altro paziente, registrato con lo stesso cognome ma ricoverato in altro reparto. L’infusione di un sangue incompatibile scatenò una Abo, una reazione immunitaria che si rivelò letale. La sentenza di primo grado ha stabilito che sbagliarono in quattro. Uno dei casi più recenti è senza dubbio quello di Emanuele Scifo, il 35enne di Battipaglia affetto da una grave malattia rara, a cui furono somministrate sostanze scadute. Ce ne sono decine e decine di casi analoghi. Alcuni già accertati da chi indaga, altri, invece, in fase di processo. Dati per nulla rassicuranti. Sono sempre di più, infatti, i pazienti che decidono di farsi curare altrove. Portando i propri «fastidi» al di fuori della Campania.

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