Sabato c’è stato il corteo dei precari a Roma, sono arrivati fino al Ministero

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Sabato c’è stato il corteo dei precari a Roma, sono arrivati fino al Ministero

Sabato pomeriggio Roma ha ospitato, oltre alla manifestazione in difesa della libertà di stampa di piazza del Popolo, pure quella dei precari della scuola. Sono state addirittura due le sezioni della protesta di docenti e operatori Ata: una è stata organizzata dalla Cgil e dalla Gilda ed ha aderito alla giornata di protesta per la libertà di stampa indetta dalla Fnsi; la seconda, invece, gravitava intorno ai Cobas, con in testa la delegazione dei 120 precari di Salerno, il cui striscione ha aperto il corteo.

Il corteo è partito da Santa Maria Maggiore ed è giunto fino alla sede del Ministero dell’Istruzione, a Trastevere. I precari hanno mostrato alla cittadinanza tutta la propria rabbia e il proprio disappunto nei confronti della legge 133 e dei relativi tagli di organico, ritenuti indiscriminati. Questi ultimi, nella sola provincia di Salerno, hanno fatto si che oltre duemilacinquecento persone perdessero il lavoro. Il portavoce del forum Precari Salernitani, Alessandro D’Auria, ha dichiarato. "È una non-riforma questa che ha eliminato non rami secchi e improduttivi ma posti di lavoro vitali per il buon funzionamento della scuola. Siamo solo leggermente soddisfatti per il recente decreto approvato dal ministero e recepito dalla Regione Campania in quanto si riusciranno a salvare solo 1.500 posti sugli oltre 4.000 persi in un primo momento grazie alla riforma Gelmini".

In serata, i precari si sono riuniti in assemblea nei pressi del Ministero della Pubblica Istruzione. Hanno fatto un resoconto della iniziativa, si sono confrontati esponendo le diverse considerazioni riguardanti la situazione attuale e le prospettive che si intravedono per l’immediato futuro. Un futuro che appare difficile. Precario, appunto. Sul luogo è presente pure un presidio permanente; da settimane, ormai. Una insegnante precaria di Napoli, intorno alle nove della sera, mangia un pezzo di pizza, in una rosticceria nei pressi del Ministero. Ha il volto segnato dalla stanchezza e dall’inquietudine, ma i suoi occhi emanano uno bella luce. Di speranza . "La manifestazione è andata bene, eravamo veramente tanti. Oltre a noi insegnanti e ai precari Ata, hanno sfilato diverse associazioni, soprattutto studentesche. Siamo distrutti, la giornata è stata davvero intensa". Sulla situazione generale e sulle prospettive riferisce: "Qualcuno ha ottenuto per quest’anno il cosiddetto contratto di disponibilità, ma poi si troverà nella stessa situazione, tra un anno. I tagli continueranno, e tanti perderanno il lavoro. Per molti è arrivato il momento della disperazione, c’è gente che non sa davvero cosa fare. Questa riforma non ha nessuna giustificazione didattica, è solo un modo di risparmiare soldi. Ci sono classi sovraffollate, con più di trenta alunni. Dobbiamo fare i guardiani, non possiamo insegnare. C’è carenza di operatori Ata. Per quanto riguarda gli alunni disabili, sono diminuite le ore dedicate al sostegno. Questi ragazzi hanno bisogno di essere seguiti più a lungo, così non va bene. E, in alcuni casi, si trovano diversi alunni disabili in una sola classe. I problemi della scuola pubblica sono tanti, con questa riforma vengono accentuati. E ciò che funzionava bene, l’hanno cambiato. Per quanto riguarda la scuola elementare, l’introduzione del maestro unico è, secondo me, un dannoso ritorno al passato. Il sistema dei moduli, con tre insegnanti su due classi, era valido. I bambini si abituavano ad avere a che fare con insegnanti che potessero sviluppare un minimo di specializzazione nelle varie materie. Si riusciva a razionalizzare e a qualificare la didattica. I risultati erano ottimi, riconosciuti da tutti. Il ministro Gelmini non accetta il confronto; questo è inaccettabile.In generale, ciò che purtroppo ho notato è una certa indifferenza. La nostra protesta non ha avuto l’appoggio convinto dei genitori e di vasti strati della società civile. E i media non ne parlano, preferiscono le escort."

L’accusa ai mezzi di informazione è stata lanciata pure dal palco di piazza del Popolo, da una portavoce del movimento dei precari: "Comunico a tutti che da tutta Italia sono arrivati circa 30 mila precari, per difendere la scuola pubblica. E’ necessario che la stampa torni a dare voce ai problemi reali dei lavoratori, alle lotte sociali che stanno attraversando il paese, a partire innanzitutto da quella che riguarda i precari della scuola. In tutta Italia i precari hanno effettuatto scioperi della fame, si sono arrampicati sui tetti dei provveditorati, hanno formato presidi davanti ai palazzi di governo della scuola, hanno manifestato la propria rabbia con decine di cortei e manifestazioni di protesta. Nel frattempo, la stampa titolava sulle escort. Chiediamo quindi ai giornalisti di raccontare l’Italia nella sua realtà. Questi provvedimenti rappresentano la definitiva distruzione di un civile e moderno modello di scuola pubblica. Cultura, formazione e coscienza critica passano anche dal diritto di essere informati. La riforma non ha nessun fondamento pedagogico, nessuna logica se non quella del risparmio. Come si fa ad insegnare in classi di 35 alunni? La scuola è carente di tutto. Ora il ministro ha dato l’elemosina, concedendo dei contratti provvisori, con il decreto cosiddetto "salva- precari".

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