Cardile: grazie ad una sentenza del tar di Salerno riapre la scuola d’infanzia

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Cardile: grazie ad una sentenza del tar di Salerno riapre la scuola d’infanzia

Si invita e diffida ad applicare entro dieci giorni dal ricevimento della presente, l’ordinanza del TAR della Campania sezione staccata di Salerno, onde evitare ulteriori disagi all’utenza e nocivi contrasti con le amministrazioni periferiche”. E’ quanto si legge in una nota che il sindaco di Gioi  ha inviato al Dirigente Scolastico Provinciale Luca Iannuzzi per chiedere l’applicazione integrale della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale che disponeva il ripristino della scuola dell’infanzia di Cardile, frazione di Gioi, con turno antimeridiano, mensa e turno pomeridiano. Il primo cittadino di Gioi invece denuncia nella missiva che “il Dirigente Scolastico Provinciale ha disposto solo il turno antimeridiano”. Il Tar, con ordinanza numero 832 del 2009, aveva ordinato l’accoglimento del ricorso presentato dal Comune di Gioi, patrocinato dall’avvocato Domenico Ventura, nella considerazione che “la misura  organizzativa soppressoria interessa una classe di scuola dell’infanzia, per le quali appaiono prevalenti le esigenze di prossimità all’utenza”. Il Comune con tenacia ha tenuto duro e ha sostenuto la lotta delle famiglie interessate affinché l’asilo non venisse soppresso perché come spiega Salati: “Le gravi condizioni in cui versa la strada provinciale 47 che collega il Comune capoluogo con la frazione non permettevano, soprattutto d’inverno un trasporto sicuro per questi bambini. Ogni giorno sarebbero stati costretti a compiere 7 chilometri, ma attraverso ostacoli di ogni genere visto che quella strada, di competenza provinciale, soffre di una lunga opera di non manutenzione. Far affrontare un tale percorso a bambini dai 2 ai 5 anni sarebbe stato qualcosa al di fuori della normalità”. Il Tar (presidente Sabato Guadagno, relatore Giovanni Grasso) ha preso in considerazione anche due sentenze della Corte Costituzionale: la prima disponeva la non possibile soppressione di classi dell’infanzia nei piccoli paesi di montagna anche se il numero degli alunni era inferiore a 10; la seconda con cui la Suprema Corte ha bocciato, sempre per i piccoli paesi di montagna, il piano di razionalizzazione previsto dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini nella parte in cui la competenza su questi plessi scolastici è di competenza regionale e non Centrale. “Non vogliamo creare contrasti ad arte con le istituzioni sovracomunali – conclude Salati-, ma vogliamo che anche i bambini di Cardile abbiamo ciò che gli spetta di diritto, come certificato dall’ordinanza emessa dal Tar”.

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