Si rompe un femore ma in ospedale non c’è posto per lui, Fisi: «Cronaca di un’odissea annunciata»
| di Marianna Vallone«Con la chiusura degli ospedali di Scafati e di Agropoli e la disattivazione di reparti di emergenza ed urgenza e delle specialità di base a larga diffusione, è facile prevedere che il sistema sanitario provinciale vada continuamente in default come spesso sta accadendo in questi ultimi mesi». A dirlo è la Federazione sindacati italiani di Salerno in riferimento alla notizia di un 92enne di Eboli protagonista di una brutta caduta e conseguente la rottura di un femore. L’anziano non ha trovato posto all’ospedale Ebolitano ed è inziato il calvario: infatti non solo nel nosocomio cittadino non c’era stanza per ospitarlo ma neanche in tutti gli altri ospedali vicini. Un caso assurdo denunciato a gran voce dai sindacalisti salernitani. «Stiamo assistendo quotidianamente, nell’area nord della Asl negli ospedali di Nocera e Sarno ad un vero e proprio ingolfamento delle strutture di Pronto Soccorso con notevole abbassamento della qualità delle prestazioni, nell’area centro all’ingolfamento del reparto di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria dell’ospedale di Battipaglia dopo la chiusura degli stessi reparti ad Oliveto Citra ed a Eboli. A ciò si aggiunge che si sta facendo sempre più strada l’uso, per la grave carenza di disponibilità di posti letto nelle specialità di base a larga diffusione, ‘dell’appoggio del paziente in disciplina diversa da quella di appartenenza della patologia’». «Tale uso – spiega Fisi nella nota – è impregnato di criticità che possono esporre sia il paziente ‘appoggiato’ che gli altri pazienti vicini di posto letto a rischi la cui gestione risulta più difficile finanche con l’aumento delle infezioni crociate ospedaliere. Ricoverare in appoggio, a solo titolo di esempio, un paziente affetto da una polmonite o una bronchite ma anche affetto da un semplice eccesso di temperatura corporea in un reparto chirurgico in cui vi sono pazienti operati può essere più semplice generare una sovra infezione ospedaliera con seri danni per la salute dei pazienti». «L’ospedale dovrebbe essere un luogo di cura in cui la sicurezza del paziente ed una adeguata assistenza nella specialità di ricovero della patologia dovrebbero essere obiettivi minimali per una azienda sanitaria che si prefigge la tutela della salute del cittadino – ha dichiarato il segretario della Fisi, Rolando Scotillo – invece stiamo assistendo, dopo la chiusura degli ospedali di Agropoli e Scafati e la chiusura dei reparti Materno – Infantili degli ospedali di Eboli ed Oliveto Citra, ad un progressivo peggioramento della qualità delle prestazioni, ad un ingolfamento dei pronto soccorso ed a ricoveri soprannumerari rispetto ai posti letto esistenti nelle specialità di base ed a larga diffusione come nel caso dell’anziano 92 enne». «Squillante riveda immediatamente quanto finora fatto e ridetermini i fabbisogni di posti letto come peraltro annunciato già dalla Regione Campania ed attivi tutti i percorsi necessari per far terminare lo scandalo degli appoggi o dei trasferimenti alla ricerca del posto letto libero in provincia – ha concluso Scotillo – prima che la situazione precipiti ulteriormente: non è tagliando servizi ed ospedali alla popolazione e pensando solo al risparmio che si può fare salute, ma è rimodulando i fabbisogni nei servizi e negli ospedali ed integrandoli con il territorio che si risparmia migliorando l’assistenza».
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