Sindaco del Cilento sul palco con Salvini, Marotta: «Riflettore su nostro territorio, presto la Lega cambierà nome»

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Sindaco del Cilento sul palco con Salvini, Marotta: «Riflettore su nostro territorio, presto la Lega cambierà nome»

A Pontida, al tradizionale raduno fra militanti della Lega Nord, c’era anche un sindaco cilentano. Nicola Marotta, primo cittadino di Roccagloriosa, è infatti salito sul palco e ha spiegato di essere lì in rappresentanza del suo territorio. «Siamo andati io ed Attilio Pierro (vicesindaco e consigliere provinciale, ndr) – spiega al Giornale del Cilento, durante il viaggio di ritorno – ma idealmente era presente tutta l’amministrazione. Siamo andati perché ci hanno invitato e se una persona ti invita a casa propria non puoi di certo rinunciare, – sottolinea il sindaco – sebbene sia stato molto faticoso andarci». 

Un sindaco del Cilento sul palco di Pontida: Nicola Marotta al raduno della Lega | VIDEO

«Accolti come a casa» «Siamo arrivati e ci siamo sentiti come a casa, davvero ben accolti, e in quel contesto ci hanno dato l’opportunità di esprimere di saluti dal palco – continua il sindaco – Abbiamo parlato fra Calderoli e Bossi e penso che per il nostro territorio sia stata una cosa sicuramente favorevole, la politica che la Lega in passato contro il meridione era un elemento che di certo non ci ha fatto avvicinare e noi nel nostro discorso abbiamo messo al primo posto l’unità nazionale, chiaramente nella tutela e nella salvaguardia della diversità dei singoli campanili perché la diversità ha fatto grande l’Italia e questa è la nuova linea che sta portando avanti la nuova classe dirigente del movimento che si vuole allargare a livello nazionale, su questo ci siamo trovati completamente».

Poi Marotta spiega cosa condivide con la Lega «Noi non vogliamo uscire dall’Europa ma questa Europa non va bene per nessuno, non è un Europa dei popoli ma di pochi, di burocrati che hanno dissanguato tanti paesi e noi sicuramente non stiamo meglio rispetto a qualche anno fa, una critica all’intero contesto europeo. – chiarisce – Salvini non parla più di uscire ma parla di rivedere completamente l’Europa ed anche su questo punto noi ci siamo». «Un altro aspetto che a noi interessava – continua il sindaco – era quello di ribadire che noi non veniamo con la pancia vuota, noi veniamo col cervello e con il cuore di chi è consapevole e vuole vivere il territorio meridionale con dignità, ringraziando anche la terra del nord per quello che ha dato in quanto ad opportunità». 

Il primo cittadino di Roccagloriosa inizia poi a raccontare nello specifico l’esperienza vissuta a Pontida: «Siamo andati, ci hanno accolto bene, abbiamo salutato, abbiamo portato i saluti del nostro territorio per quello che ci riguarda, dopo di che ritorniamo a fare con onestà il lavoro degli amministratori locali peri i quali siamo stati chiamati, torniamo carichi da un punto di vista non solo politico ma anche personale e di rapporti che abbiamo intessuto nel poco tempo che siamo stati là».

Marotta ha accennato al tipo di politica che la Lega ha portato avanti nei confronti del sud, ma ci si chiede se non sia «strano» che un amministratore di un paese del Sud vada ad un raduno leghista. «Sono un meridionalista convinto e so che il meridione è una risorsa per l’Italia in generale, come tutte le cose si cambia nella vita e ci sono dei ripensamenti, – chiarisce – Abbiamo avuto un incontro col senatore Volpe prima, col quale abbiamo letto e concordato che la Lega avrà un nuovo nome. Proprio martedì un incontro tra Salvini e Berlusconi, quindi ci sarà un nuovo contesto nell’ambito del centro-destra e si aprirà un discorso nazionale. Di quello che diceva la lega qualche anno fa – sottolinea Marotta – noi non lo condividiamo assolutamente, siamo orgogliosi meridionali ma dobbiamo essere dei meridionali produttivi, volenterosi, che camminano con le proprie gambe, non vogliamo quel meridione che piange su se stesso e che prospera su altri territori, dobbiamo essere noi i protagonisti e proprio in questo aspetto, da un punto di vista politico, noi ci troviamo in una ‘non democrazia’ ci calano dall’alto i candidati mentre la Lega al nord fa scegliere il territorio e lo dice uno che è disinteressato perché io faccio il sindaco ma vengo dalla società civile».

«Siamo rimasti colpiti da come era quella festa, – continua ancora – la gente si incontrava, parlava anche di altro ed ognuno esponeva le sue opinioni, c’erano alcune idee estremiste ma la linea ufficiale del partito è completamente diversa ed esprime personaggi come Zaia». Poi spiega i punti del suo discorso: «Nel nostro discorso erano presenti 4 punti e riguardo la salvaguardia della specificità dei territori ho portato l’esempio della Svizzera che ha una sola moneta e 4 lingue, ma questo non ha tolto la possibilità al paese elvetico di essere uno dei paesi con il benessere più alto al mondo e con un pil pro capite più elevato al mondo e non hanno messo in discussione l’unità nazionale – e aggiunge – siamo andati là perché ci hanno invitato e hanno voluto che noi dicessimo quello che ritenevamo giusto dire. La gente ci ha accolto in modo caloroso ed inaspettato in termini positivi, poi quello che sarà si vedrà. Non siamo noi a decidere quello che sarà il futuro e le prospettive che verranno e neanche voglio far passare l’amministrazione ed il mio comune come degli estremisti». «Credo che nel momento storico in cui ci troviamo – conclude – siano giuste le idee di destra e di sinistra, ma sui problemi veri credo che ci dobbiamo trovare uniti per andare avanti. La Lega ha le sue specificità e noi abbiamo le nostre, sta a noi però decidere il nostro futuro, dobbiamo essere attori del nostro futuro non dobbiamo aspettare un Berlusconi di turno, noi ci abbiamo messo la faccia, il tempo, la dignità e speriamo di aver acceso un riflettore sul nostro Cilento. E di non averlo assolutamente nè mortificato nè emarginato, già il fatto di parlare di Roccagloriosa in quel contesto credo che non sia stato male, abbiamo parlato anche del Parco Nazionale del Cilento insomma è anche un modo per farci conoscere e dire quello che siamo»

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