Sindaco in divieto di sosta al «suo» vigile: «Ti prego, multami». Dilaga la «moda» lanciata da Alfieri

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Sindaco in divieto di sosta al «suo» vigile: «Ti prego, multami». Dilaga la «moda» lanciata da Alfieri

Il sindaco parcheggia la propria automobile in divieto di sosta. A pochi passi c’è un vigile. L’agente si avvicina al primo cittadino e tentenna. Poi si fa avanti e dice: «Signor sindaco, forse dovrebbe spostare l’auto». L’amministratore comunale fissa il «suo» vigile urbano e deciso domanda: «Cosa stai aspettando a farmi la multa?». L’agente della polizia locale non crede alle proprie orecchie: un sindaco che chiede di essere multato. Ma è così, il primo cittadino quella multa la desidera, gli serve assolutamente per emulare il caso di Franco Alfieri, primo cittadino di Agropoli. Qui non siamo nel Cilento. Questa storia arriva da Napoli, da San Sebastiano al Vesuvio. In Campania dilaga l’epidemia dei sindaci multati e la «moda» è stata lanciata dal sindaco di Agropoli. Cosa sta succedendo? Una norma varata lo scorso luglio prevede che alle elezioni regionali non possono essere candidati sindaci dei comuni con più di 5 mila abitanti. Per rispettare tale legge, un sindaco che desidera correre per una poltrona a Santa Lucia dovrebbe dimettersi e, con quell’atto, aprire le porte al commissariamento del Comune, con tutto ciò che ne consegue. Però, se il primo cittadino prende una bella multa, può ritrovarsi, d’incanto, nel limbo della decadenza che non crea terremoti politici. Gli basta presentare un ricorso al giudice di pace contro quella contravvenzione: se, infatti, l’automobilista-sindaco fa causa al sindaco, cioè a se stesso, viene allontanato dalla poltrona finché la vicenda legale non si chiarisce. Ad Agropoli, qualche giorno fa, è arrivata la Iena Paolo Calabresi per intervistare Franco Alfieri e il suo braccio destro Coppola. Alfieri, deluchiano e renziano doc, è pronto a candidarsi alle prossime regionali al fianco dell’ex sindaco decaduto di Salerno. 

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