Omicidio Vassallo al Tg2, nel servizio: «Investigatori dicono che è terra appetibile di riciclaggio e traffici illeciti»

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Omicidio Vassallo al Tg2, nel servizio: «Investigatori dicono che è terra appetibile di riciclaggio e traffici illeciti»

Angelo Vassallo, il sindaco ucciso a Pollica nel 2010, torna protagonista sulla televisione nazionale, in particolare al Tg2 delle 20.30 del 18 settembre, in un servizio che, se da un lato mette in risalto l’assenza della Camorra, dall’altro invece ne fa risaltare l’appetibilità della stessa per il riciclaggio e i traffici illeciti.

L’autore è Valter Vecelio, di seguito il testo estratto dal suo servizioandato in onda venerdì. Per guardare il video, clicca qui.

 Dicono ancora, e sono già trascorsi cinque anni, che proprio non lo avrebbero mai immaginato che una sera, con nove colpi di pistola, avrebbero ammazzato il loro sindaco, quell’Angelo Vassallo che per tutti era «il pescatore»: sorpreso in una contrada di Acciaroli, frazione di Pollica, mentre rincasa; e vai a capire il perché di quel finestrino mezzo abbassato, di quel freno a mano tirato; che potrebbero significare nulla, ma anche “dire” qualcosa a qualcuno, una sorta di firma… Vendetta, avviso, delitto preventivo… ne hanno sussurrate tante; e dopo cinque anni, ancora, ci si chiede il perché, e chi.

Dicono ancora che lì, a Pollica, nel Cilento, la camorra non c’è: che è un posto tranquillo: qui, durante gli anni della guerra c’era passato anche Ernest Hemingway, al seguito delle truppe della V Armata comandata dal generale Clark; e poi c’è tornato negli anni Cinquanta, quando divideva il suo tempo tra Venezia e Cortina, e qui, ad Acciaroli, incantato dal mare e dalla natura, scriveva e beveva, beveva e scriveva. Qualcuno favoleggia perfino che “Il vecchio e il mare” sia stato pensato qui, non solo alla Finca Vigia di Cuba.

È vero: i clan della camorra, quelli potenti, arroganti, sanguinari, sono nati e proliferati altrove. Ma i rapporti investigativi dicono anche che questa è terra appetibile e di appetiti, di investimenti, riciclaggio, traffici illeciti; e poi c’è quella splendida, incontaminata, costa; e c’è tanto da costruire, se solo si chiude un occhio, se solo si mette il timbro giusto in licenze che in fondo si traducono in lavoro, appalti, finanziamenti…

Peccato che ci sia quel sindaco pescatore: puntiglioso, ama l’ambiente, ha il senso della legge, i suoi concittadini si fidano al punto da eleggerlo tre volte di fila, e magari lo avrebbero rieletto una quarta… Un sindaco rompiscatole, ama il mare e la terra per quello che sono, rispetta la legge, la sua amministrazione viene portata ad esempio del buon governo, di quello che si può e si deve fare. Una sera di settembre del 2010 quel sindaco viene ucciso: da chi non si sa, perché lo si può intuire, immaginare. Grazie alle sue politiche ambientaliste, a uno sviluppo del territorio rigoroso, alla messa al bando della lottizzazione selvaggia dei terreni, Pollica diventa una tra le mete più importanti del turismo. Magari a qualcuno questo modo di amministrare deve essere sembrato intollerabile, una pazzia. Colpevole, Vassallo, di dire troppi no. Così viene ammazzato un sindaco per bene che difende la democrazia nei fatti. La sua morte è l’omicidio di un uomo delle Istituzioni che difende la particella di Stato che i cittadini gli hanno affidato. Ecco perché parlare e ricordare Angelo Vassallo, il sindaco pescatore al servizio dello Stato, che ha fatto con normalità e semplicità il suo compito e il suo dovere. E che da cinque anni attende sia fatta giustizia e verità.

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