‘Sognando la rivoluzione’: Flavio Giordano a Camerota per presentare il suo libro

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‘Sognando la rivoluzione’: Flavio Giordano a Camerota per presentare il suo libro

Un nuovo appuntamento di Liber Fest: Libri per un pensiero libero. Sabato 19 novembre, alle ore 18:30, presso la sede della Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A a Camerota, Flavio Giordano presenterà il suo ultimo libro, dal titolo “Sognando la rivoluzione”, edito da Edizioni dell’Ippogrifo. Parteciperanno al convegno anche Alfonso Conte, professore di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno, e Massimiliano Amato, giornalista e direttore della collana Historiae.

Il libro nelle parole del vicesindaco

Giangaetano Petrillo, vicesindaco di Camerota, spiega così il perché è stato scelto il libro di Giordano per il prossimo appuntamento: «In un momento storico di forte disorientamento politico, dove la tendenza dell’elettorato appare sempre più schizofrenica, dove la sinistra, e il campo più largo delle forse socialdemocratiche, risultano in affanno di idee, visione e credibilità, con il libro di Flavio Giordano “Sognando la rivoluzione” riprendiamo i nostri appuntamenti con “LiberFest: libri per un pensiero libero”, ponendo l’obiettivo del nostro confronto e della nostra discussione su degli anni particolarmente delicati per il nostro paese. Felici per il riformismo dell’Italia, che proprio in quegli anni, anche grazie ad un’apertura dell’esperienza governativa a sinistra, con l’inclusione del Partito Socialista Italiano al governo, ha vissuto una forte spinta riformatrice e innovatrice. Importante sarà soprattutto cogliere l’importanza dei movimenti studenteschi, data alla causa nazionale, sorti nel meridione d’Italia, a Salerno e a Napoli. Flavio Giordano, come ci ricorda lo storico Alfonso Conte nella prefazione, recupera il ricordo della generosa attività di tanti giovani militanti napoletani e salernitani, impegnati a promuovere manifestazioni di piazza per rivendicare il diritto al lavoro, allo studio, alla casa. Un esperimento nato dall’ansia di partecipare ad un progetto collettivo, di sporcarsi le mani per provare a capire come contribuire al riscatto di chi condannato alla subalternità».

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