Le Saline, spiaggia selvaggia

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Le Saline, spiaggia selvaggia

La prima volta che,nel 1996,passeggiando con mio nipote sulla spiaggia delle Saline raggiunsi la scogliera denominata Mar Morto,ne ricavai un’impressione negativa :rocce nere e taglienti accidentate da buche rotonde ,difficoltà a raggiungere il mare a piedi nudi, impossibilità di nuotare nell’immediato per le troppe rocce affilate,taglienti  e interrotte da buche presenti anche nell’acqua,pochissima sabbia raccolta in piccole zone delimitate davano al paesaggio un aspetto ostile e lunare:non capivo come mai dei bagnanti potessero scegliere quel luogo aspro,ostile per stenderci l’asciugamano.

Ma il fascino sottile e alla fine esplosivo di quell’angolo incontaminato di mondo mi prese ben presto: le buche erano piccole piscine naturali brulicanti di vita marina (gamberetti,granchi di roccia e di terra,pesciolini,stelle marine,lumache,patelle,polpi e poi attinie,pomodori di mare e vegetazione di ogni tipo) , la roccia si poteva calpestare con comodi sandali da roccia che permettevano di raggiungere anche la piccola barriera di scogli che fronteggia in acqua la scogliera delimitando una maxi-piscina naturale nella cui tiepida acqua trasparente si può sguazzare e fare tuffi,circondati da quella frenetica esuberante vita marina.

Eravamo pochi e selezionati appassionati del mare che frequentavamo il Mar Morto (che neanche sapevamo si chiamasse così) e  ne conoscevamo ogni più piccolo anfratto sabbioso in cui collocare l’ombrellino :l’accesso era da un sentierino in un canneto,di fronte al cancello di una villa i cui appartamenti sono affittati solo d’estate. Si lasciava la macchina fuori della carreggiata,al bordo di quella  villa,si imboccava il sentiero quasi invisibile dalla strada (ma misteriosamente ripulito all’inizio di luglio di ogni anno) e si raggiungeva quell’incontaminato  paradiso terrestre.

Nel 2005  (2004?) un uomo che non si era mai visto prima cominciò a girare per la scogliera con un cartello in mano ,seguito da  due ragazzi. “Si affittano ombrelloni”,c’era scritto nel cartello.. Non ne affittò neanche uno,nessuno di noi,abituali frequentatori della scogliera,sentiva l’esigenza di questa interferenza innaturale,che rompeva l’equilibrio idilliaco in cui eravamo immersi.

Con la tenacia del male distruttore l’uomo l’anno dopo riempì di sabbia le buche e la scogliera tutta,ficcò gli ombrelloni in mattoni di cemento e li collocò stabilmente aperti in quella spiaggia artificiale che aveva realizzato.
Casualmente a luglio 2006 il sentiero nel canneto fu bruciato da un incendio e chi volle raggiungere la scogliera fu obbligato ad  utilizzare il passaggio che attraversava il terreno di quest’uomo (e che fino a due anni prima non esisteva) e che vi aveva realizzato anche un parcheggio.

Al mio tentativo  di continuare comunque a fruire di quella scogliera così snaturata,l’uomo reagì  con prepotenza, ,alle 9 del mattino el 27 agosto 2006,con tutti i suoi ombrelloni ancora vuoti,collocando ostentatamente e rabbiosamente un ombrellone e un lettino nell’acqua avanti al mio ombrellino sistemato a bordo scogliera.

Fu allora che,esasperata,andai al comune di Centola a chiedere quali autorizzazioni avesse quell’uomo per espropriarci così brutalmente della nostra felicità.. Mi fu risposto che fruiva di un semplice silenzio-assenso basato sull’articolo  68 del Codice della Navigazione (possibilità di noleggiare ombrelloni,NON di occupare terreno demaniale senza alcun LIMITE  spaziale!) .Dunque era un abusivo che mi stava espropriando di un mio diritto.

Scrissi al ministro dell’ambiente e a Repubblica,ma senza esito alcuno,perché ormai la stagione era finita,il tema “non era più attuale”.

Sporsi denuncia al comando della G. F. di Marina di Camerota,ma la procuratrice Katia Cardillo archiviò il procedimento rigettando la mia richiesta perché mi fosse rilasciata copia della richiesta di archiviazione.
Nel 2007 e nel 2008 sporsi denuncia alla Capitaneria di Porto di Palinuro, ma sortii il solo effetto visibile di ritrovare il paesaggio naturale (cioè senza sabbia riempitiva) antecedente allo Il 10 agosto 2010 il procuratore Martuscelli ha  denunciato questo ed altri 23 stabilimenti abusivi nel comune di Centola. Mi chiedo come sia possibile che SFUGGANO agli organi di controllo comunali ben 24 stabilimenti abusivi! E perché questi stabilimenti,nonostante il procedimento avviato fin dal 10 agosto dal procuratore Martuscelli insieme alla Capitaneria di Porto, hanno continuato IMPUNEMENTE la propria attività fino alla fine di settembre? Il sequestro delle attrezzature non avrebbe dovuto  essere la misura immediata che avrebbe impedito il perpetuarsi del reato?   Si doveva sequestrare le attrezzature o no? E se si doveva fare  invece altro,per interrompere l’attività illecita o delittuosa,perché non lo si è fatto? Chi doveva intervenire e  ha invece preferito soprassedere! E perché?
C’è anche da chiedersi come intenda attrezzarsi quest’anno il comune diCentola per impedire il reiterarsi di questi (definiamoli eufemisticamente) inconvenienti.   Realizzerà un piano spiagge? Si accorgerà che il Mar Morto è una scogliera e non una spiaggia? Saprà vigilare per impedire occupazioni ABUSIVE di terreni demaniali? Saprà far rispettare la legge e sequestrare gli interventi abusivi? Saprà tutelare i bagnanti che cercano un paesaggio naturale incontaminato e che dunque rifugge l’antropizzazione?
Un comune la cui amministrazione non sapesse arginare (o ,peggio,favorisse ) l’illegalità,andrebbe urgentemente commissariato.

 

LA DISPERAZIONE PIU’ GRANDE CHE POSSA IMPADRONIRSI DI UNA SOCIETA’ E’ IL DUBBIO CHE VIVERE ONESTAMENTE SIA INUTILE (CorradoAlvaro)

 

Di seguito la galleria immagini della spiaggia “Le Saline” com’era prima dell’avvento degli abusivi

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