Stagione della pesca di Menaica quasi passata, pescatori arrabbiati: «Non è cambiato nulla»

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Stagione della pesca di Menaica quasi passata, pescatori arrabbiati: «Non è cambiato nulla»

Niente pesce e barche ferme al porto. Cresce il malcontento e la rabbia dei pescatori del Cilento. E’ una situazione al limite quella che sta vivendo il comparto della pesca delle alici di Menaica. Dopo le riunioni con il sottosegretario al ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Giuseppe Castiglione, che ha ascoltato le richieste dei piccoli pescatori della Menaica, non sono però arrivate le risposte attese. Il problema riguarda l’equiparazione da parte del governo della pesca delle alici di Menaica a quelle della ferrettara, seppure si tratti di tecniche completamente diverse. Per poter pescare, dunque, è necessaria un’autorizzazione che i piccoli pescatori cilentani non hanno. 

La pesca della menaica, però, a differenza della ferrettara che è rivolta a grandi pelagici, prevede reti che selezionano il pescato in base alle dimensioni, catturando le alici più grandi e lasciando libere le piccole. 

Una pesca super selettiva e a basso impatto ambientale che tutela l’ecosistema marino. I pescatori dei piccoli borghi marinari cilentani come Pisciotta, Palinuro e Marina di Camerota, sono però arrabbiati perché la stagione sta per concludersi e in mancanza di autorizzazione richiesta come ferrettara, sono costretti a restare a terra. La guardia di finanza ha richiamato diverse imbarcazioni, il rischio è di sanzioni pesanti e del sequestro della rete. 

Da parte del sottosegretario, in visita nel Cilento a fine aprile, la «volontà di istituire un tavolo per lavorare ad un piano di gestione che tuteli la risorsa e valorizzi in prospettiva il mercato». Ma la stagione della pesca della Menaica è quasi pressoché passata. La voce di protesta documenta la rabbia dei pescatori che faticano così a portare avanti una tradizione del territorio che è anche voce importante dell’economia locale, perché le alici di Menaica sono presidio Slow Food e prodotto principe della Dieta mediterranea. 

«Abbiamo solo un mese e mezzo di pescato, – spiegano dei pescatori di Palinuro – perdere questo tempo è tutto. L’apice della pesca è maggio, a giugno e luglio si riduce e soprattutto inizia a far caldo, elemento che non fa bene ai pesci». Eppure tutto potrebbe essere risolto sottolineando «le abbissali differenze tra la menaica e le derivanti». La loro rabbia è tangibile, a rischio c’è una intera stagione, un anno di lavoro, investimenti per le reti e i mezzi. 

«Per scorporarla – continuano i pescatori – basterebbe tener conto che la rete della menaica fra quelle della Ferrettara è l’unica che non va a  galla, e nel punto più alto è a due metri dalla superficie. Significa che mentre per tutte le reti derivanti che invece vanno a galla, si corre il rischio che le barche ci si fermino dentro, con quelle della Menaica questo rischio non c’è». 

Il presidio Slow Food è messo a dura prova, dunque. «I tempi della burocrazia sono lontani dai tempi della gente – dice Giuseppe Tarallo, già presidente del Parco nazionale del Cilento – Sono tempi non brevi, ma anche le cose urgenti si possono fare se c’è la volontà. Il fatto che la menaica venne etichettata come ferrettare è un controsenso assoluto, la ferrettara non è selettiva, al contrario la menaica non è una muraglia a mare, prende alici e sardine tutelando la specie. La prima cosa da fare quindi è separare le due cose con un decreto». «Non è difficile immaginare un provvedimento per poche decine di chili di pesce, bisogna esigere delle risposte», conclude.

Tommaso Pellegrino, presidente del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ha fatto sapere che «si sta studiando tecnicamente una soluzione per andare incontro ai pescatori. La normativa è abbastanza complessa perché fa riferimento a normative nazionali ed europee. – ha detto – C’è stata un’apertura importante da parte del sottosegretario, speriamo ora in una soluzione transitoria in attesa di una risoluzione per le licenze». L’allarme dei pescatori era stato raccolto anche dalla deputata cilentana del Partito democratico Sabrina Capozzolo, presente all’incontro al Parco, che aveva presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, Gian Luca Galletti e Maurizio Martina, per chiedere un intervento immediato di tutela.

I pescatori, intanto, sono fermi e la piccola economia legata all’antica tradizione della Menaica è al collasso a causa dell’impossibilità di uscire in mare, con una stagione di pesca ormai quasi al termine. Chiedono agli enti preposti un intervento immediato: «Basta chiacchiere e passerelle – concludono – vogliamo soluzioni». 

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