Strage Sassano, centinaia di firme contro Paciello: «Via dal paese». Prete: «A me spetta pregare»

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Strage Sassano, centinaia di firme contro Paciello: «Via dal paese». Prete: «A me spetta pregare»

«Gianni non deve tornare a casa. Non è vendetta, solo giustizia». E’ la scritta che campeggia sulla copertina della raccolta firme promossa dai genitori delle vittime della strage di Sassano. Sono state raccolte circa 600 firme per la petizione contro il conducente della Bmw 520 nera che nel pomeriggio di domenica 28 settembre si è schiantata come un proiettile contro il tavolino di un bar del centro valdianese. Dinanzi il ’New club 2000’ c’erano seduti Nicola e Giovanni Femminella, di 22 e 16 anni, Daniele Paciello, 19 anni, e Luigi Paciello, di 15 anni. Sono tutti morti, compreso l’ultimo, il fratello di Gianni. Paciello, al volante dell’automobile di grossa cilindrata, è risultato positivo all’alcol test e da quel giorno è piantonato all’ospedale di Salerno accusato di omicidio colposo plurimo. I carabinieri di Sala Consilina, grazie ai filmati delle videocamere di sorveglianza installate dal Comune, hanno ricostruito la dinamica e accertato che la Bmw sfrecciava nel centro cittadino di Sassano a 135 chilometri orari circa. Sempre gli inquirenti affermano che Paciello avrebbe percorso 270 metri in meno di 6 secondi. Nell’incidente riportò un importante trauma toracico. Tra pochi giorni verrà dimesso e il giudice dovrà decidere se rinchiuderlo in carcere o trasferirlo ai domiciliari. Ed è proprio questa ultima ipotesi che mette paura ai genitori delle vittime.

I papà e le mamme di Daniele, Nicola e Giovanni sono stati prima da Tommaso Pellegrino, sindaco di Sassano, per parlare di sicurezza e prevenzione stradale, e poi da Vittorio Russo, procuratore capo del tribunale di Lagonegro che coordina le indagini. Nell’ufficio di Russo le famiglie delle vittime, insieme a tanti altri cittadini sassanesi, hanno comunicato al pm l’avvio della petizione e, una volta terminata, la documentazione sarà consegnata in procura al giudice per le indagini preliminari Iodice che dovrà decidere, poi, se concedere gli arresti domiciliari a Gianni Paciello oppure no. «Non ho esitato a firmare quando me lo hanno proposto – dice Luca che ha aderito alla petizione – ha sbagliato ed è giusto che vada in carcere». «Non riesco ad immaginare Gianni a poche centinaia di metri dal luogo della tragedia – rivela Sonia, altra firmataria – il disastro che ha combinato è troppo grande e si poteva evitare». Nel piccolo centro del Vallo di Diano, però, c’è anche chi non è d’accordo ad apporre la propria firma. Come i genitori dell’investitore e della giovane vittima che non hanno condiviso tale richiesta e si sono dissociati dagli altri. E poi c’è il parroco di Sassano, don Carmine Tropiano, che conosceva le giovani vittime: «Io non decido le pene, quello che posso fare è pregare, a me spetta questo. Stiamo preparando una veglia di preghiera – rivela il prete – rivolta ai poveri ragazzi che non ci sono più, ma anche a chi è in mezzo a noi come Gianni. Preghiamo affinchè questi angeli vivano in eterno tra le braccia del Signore e per chi soffre per questa immensa perdita. Spero che le famiglie e tutte le persone coinvolte raggiungano la pace e la tranquillità».

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