Studenti di Castellabate incontrano “online” educatori brasiliani per conoscere i coetanei amazzonici

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Studenti di Castellabate incontrano “online” educatori brasiliani per conoscere i coetanei amazzonici

Un incontro tra due mondi diversi, da un capo all’altro del pianeta, grazie a una piattaforma di videoconferenze, per conoscersi e confrontarsi sulla realtà di vita dei bambini e dei ragazzi. È l’esperienza che hanno fatto gli studenti delle classi prime che frequentano la Scuola Secondaria di I grado all’Istituto Comprensivo Castellabate, in collegamento con gli educatori del Centro Alternativo di Cultura, partner della Fondazione Magis e operante a Belém, grande centro del Nord-Est del Brasile.

A rendere una testimonianza di diretta della realtà amazzonica sono stati Juscelio Pantoja, coordinatore pedagogico del Cac, e Aurilene Silva, assistente sociale e coordinatrice del CAC, in lingua portoghese, con Adriana Di Nicola, cooperatrice internazionale del Magis, che ha fatto anche da traduttrice.

L’Istituto Comprensivo Castellabate già da diversi anni sostiene i progetti della Fondazione Magis, opera missionaria dei gesuiti, in diverse parti del mondo e quest’anno ha scelto di appoggiare il progetto di solidarietà “Sostegno a distanza” a favore dei bambini e ragazzi del CAC di Belém, che offre a circa 400 minori delle periferie urbane, delle comunità fluviali, delle comunità afrodiscendenti e delle popolazioni indigene, percorsi di formazione e di gioco all’insegna di una società più giusta, equa, inclusiva e rispettosa dell’ambiente.

«Come scuola ci sentiamo corresponsabili dell’educazione al volontariato e alla solidarietà – ha spiegato, nel suo intervento, il dirigente scolastico Gina Amoriello – Grazie a questo incontro sono stati messi a disposizione dei nostri ragazzi importanti semi di riflessione che possono aiutarli a riflettere sulla loro vita e su quella dei loro coetanei che vivono in contesti differenti».

Gli studenti cilentani hanno rivolto diverse domande agli educatori brasiliani per conoscere meglio i giochi, le tradizioni culturali e alimentari dei loro coetanei amazzonici. Tanti i punti di contatto e tante le differenze tra due realtà così lontane. A segnare un grande distacco tra le condizioni di vita nei due Paesi è stata anche l’attività didattica durante la fase più acuta della pandemia: i bambini dell’Amazzonia non hanno avuto quasi mai a disposizione collegamenti internet né materiali forniti dalle scuole. Il supporto del CAC si è rivelato prezioso, grazie a una consolidata rete di volontari, associazioni ed enti, per dotare i più piccoli di libri autoprodotti per attività ludiche e didattiche.

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