Sul Cervati riparte lo studio della migrazione degli uccelli più alto dell’Italia meridionale

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Sul Cervati riparte lo studio della migrazione degli uccelli più alto dell’Italia meridionale

Riparte lo studio della migrazione degli uccelli più alto dell’Italia meridionale. Come i migratori anche gli ornitologi rispettano la promessa del ritorno e riporteranno i loro anelli sulla vetta più alta della Campania. Questo ambizioso monitoraggio prende il nome di MigrAndata – Cervati, in quanto studia la migrazione di andata negli ambienti di alta quota, proprio sul monte Cervati, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento.

Sabato 16 luglio presso il centro di educazione ambientale (CEA) di Sanza della Campania alle 17.45 si presenteranno i risultati della stagione 2021 e gli obiettivi 2022. Inoltre si sottolineeranno le opportunità e le sinergie che possono svilupparsi intorno al progetto. “MigrAndata – Cervati” è stato ideato e curato dall’Associazione ARDEA APS, approvato dall’ISPRA è autorizzato dalla Regione Campania si ripeterà fino al 2023. I dati della prima sessione di monitoraggio dell’avifauna sono decisamente incoraggianti.

L’iniziativa vuole contribuire a descrivere la migrazione degli uccelli nei contesti di alta quota per intercettarne caratteristiche e problematiche, ed ecco perché come luogo del progetto è stata scelta la vetta del Cervati. La stazione di inanellamento è infatti situata sul Monte Cervati a 1880 m.s.l.m., fra i comuni di Sanza e Piaggine, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, che patrocina questa ricerca.

MigrAndata – Cervati si aggiunge quindi alle pochissime stazioni d’alta quota presenti in Italia: a quelle alpine, che operano dal 1997 sui valichi montani e che fanno parte del “Progetto Alpi”; e all’unica stazione dell’Appennino, che dal 2003 opera sull’altopiano di Campo Imperatore – Gran Sasso. In tutto l’appennino meridionale tale indagine non è stata mai condotta, pertanto “Migrandata – Cervati” sposta più a sud la raccolta dei dati sulla migrazione degli uccelli in alta quota, istituendo così il primo presidio di questo tipo per il Mezzogiorno.

Il campo base è collocato nei pressi del santuario della Madonna della Neve, dove non è possibile agganciarsi alla rete elettrica, l’acqua non potabile per docce e altro sarà razionata e quella potabile verrà portata in quota ogni giorno. Se la temperatura durante il giorno è estiva, una volta che il sole cala sembra di essere in inverno. Nonostante le difficoltà logistiche, il campo è stato completamente plastic free.

Gli uccelli inanellati sono stati 282 appartenenti a ben 25 specie diverse. Il Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros), che di vediamo frequentemente in inverno nei centri urbani è stata la specie più marcata, in quanto in genere nidifica ambienti rupestri al di sopra del 1400 m. Seguito dallo Spioncello (Anthus spinoletta) tipico uccello delle praterie di alta quota e che per l’intero Massiccio del Cervati vaniva stimato con poche unità e che invece nel solo sito di monitoraggio sono stati marcati varie decine a testimonianza di quanto ancora poco si conoscano alcuni territori. Altra specie target marcata con numerosi individui è stata il Culbianco (Oenanthe oenanthe) migratore eccezionale capace di congiungere con viaggi estremi territori lontanissimi come lo Zambia a Capo Nord. Ben 24 sono stati gli Zigoli muciatti (Emberiza cia) inanellati, circa il doppio di quelli inanellati in Campania del 1959 ad oggi. Record anche di Rondini montane (Ptyonoprogne rupestris), specie rupestre caratterizzata movimenti altitudinali o spostamenti nella porzione meridionale del mediterraneo, in tutta Italia nel ventennio 1982 – 2003 ne sono state inanellate solo 83 sul Cervati in due settimane ne sono state marcate 13, questo può dare la misura di quante informazioni inedite può fornire il progetto.

Oltre agli uccelli inanellati si è prestata particolare attenzione anche a numerosi altri aspetti (fra i quali):

E’ stata monitorata la colonia di Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax) composta da 34 individui di cui solo 3 giovani involati del 2021. Sono state raccolte varie penne di per effettuare l’analisi genetica e in collaborazione con gli esperti di bioacustica di eConscince sono state registrate ininterrottamente per due settimana le complesse vocalizzazioni dei gracchi, che da altri studi condotti in buona parte d’Europa risultano avere una complessa gamma di suoni in cui si riconoscono anche 70 tipologie di richiami differenti. Questa indagine bio-acustica, potrebbe svelare caratteristiche nella comunicazione di questa specie che da questo punto di vista nel Mezzogiorno non è stata mai indagata.

E’ stata monitorata la migrazione del piviere tortolino (Charadrius morinellus), osservato per la prima volta sul Cervati proprio durante i sopralluoghi preliminari al progetto Migrandata – Cervati. Durante il periodo dell’indagine sono stati osservati sia individui che sorvolavano l’area emettendo vocalizzazioni che esemplari nelle aree di pascolo intenti ad alimentarsi e riposare.

Questa indagine risulta di estrema importanza in quanto gli ambienti aperti di alta quota dell’Appennino sono quelli che maggiormente vengono colpiti dell’emergenza climatica. E gli uccelli migratori che le utilizzano rischiano di sparire in tempi brevi. Infatti le temperature sempre più alte stanno spostando sempre più in alto il limite arboreo, gli alberi avanzano verso la vetta e di fatto strozzano tutti quegli habitat di cima, ricchi di specie endemiche soprattutto fra le piante e gli insetti. La riduzione progressiva delle vette e degli ambienti di cima, che anno dopo anno diventano più piccoli e inospitali per gli uccelli migratori, lo sfasamento dei cicli biologici di piante e invertebrati alla base della dieta degli uccelli, possono ulteriormente danneggiare i migratori che usano le vette come oasi in cui rifocillarsi. Da questo punto di vista risultano particolarmente interessanti i pesi degli uccelli ricatturati, in molti casi ingrassati rispetto al controllo precedente, questa dinamica se suffragata dai dati delle prossime anni può dare la misura dell’importanza del sito come stop-over per gli uccelli migratori. Cioè come luogo strategico in cui fermarsi e alimentarsi per poi proseguire il viaggio ed affrontare le barriere ecologiche.

Gli ornitologi torneranno in vetta il 21 agosto e raccoglieranno dati fino al 4 settembre. La sessione di studio del 2022 verrà supportata da A2A http://www.a2aenergia.eu/ che ammortizzerà parte delle spese del progetto. Il 16 luglio si condivideranno i risultati ottenuti fin oro con gli enti territoriali e la cittadinanza.
Gli interventi previsti sono i seguenti

18.00 – Saluti istituzionali:
Vice Presidente Parco del Cilento – Dott. Cono D’Elia
Sindaco del Comune di Sanza – Dott. Vittorio Esposito
18.15 – Relatori:
18.15 – Dr. Mariano Peluso: “Il Cervati: Una vetta di biodiversità”
18.30 – Visione del Documentario “Migrandata – Cervati” di Jepis (Giuseppe Rivello)
Ecco il trailer: https://youtu.be/p9KBEkk2nz4
18.45 – Dr. Arnaldo Iudici: Migrandata – Cervati: le difficoltà e le opportunità dell’alta quota
19.00 – Dr. Rosario Balestrieri: I Risultati Ornitologici “più alti” dell’Italia Meridionale.
19.15 – Prof dell’Università di Salerno Claudio Guarnaccia: Ecoacustica – Cervati: dati preliminari
19.30 – Dr-ssa Emanuela Granata – Bioacustica del Gracchio corallino.

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