Tagli alla sanità, nel mirino c’è il Parco del Cilento, Diano e Alburni. Ecco cosa è previsto

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Tagli alla sanità, nel mirino c’è il Parco del Cilento, Diano e Alburni. Ecco cosa è previsto

Il nuovo piano di rimodulazione e riqualificazione della rete ospedaliera, previsto dalla regione Campania, tocca anche due presidi del Cilento. L’ospedale civile di Roccadaspide e quello di Agropoli. Le due strutture rientrano, infatti, nella rete degli ospedali inclusi nel sistema ‘emergenza-urgenza’. «Se dovessero essere attivati i tagli previsti – ha dichiarato Girolamo Auricchio, sindaco di Roccadaspide all’emittente ‘Radio Alfa’ – sarebbe una grave ingiustizia per il territorio che afferisce all’ospedale di Roccadaspide, un territorio molto esteso, con una viabilità vergognosa, distante dagli altri ospedali salernitani». La rabbia di Auricchio nasce dal fatto che per l’ospedale del suo Comune il piano ha previsto un pronto soccorso con 20 posti letto di medicina, insomma, circa una quarantina di posti verranno tagliati assieme – ha spiegato Auricchio –  al reparto di cardiologia. Per quanto riguarda invece l’ospedale di Agropoli il piano prevede un soccorso attivo nel periodo di aprile-ottobre, cioè in vista dell’iperafflusso previsto in quell’arco di tempo. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché gli ospedali vengono ridimensionati pur essendo a norma e in luoghi la cui collocazione geografica necessità servizi sanitari efficienti e rapidi? Il sistema ‘emergenza-urgenza’ si articola in tre livelli. 

Ospedali in zone disagiate Quelli che si trovano in zone particolari (montane o isole) distanti almeno 90 minuti da centri hub o spoke o a 60 minuti dai presidi di pronto soccorso per bacini di utenza inferiori agli 80.000 abitanti. Ed infatti è proprio questo il caso dei due ospedali del Cilento, per i quali occorre garantire una attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto attività di medicina interna, di chirurgia ridotta con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza, integrati nella rete ospedaliera di area disagiata e dotati indicativamente di un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri, di una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in ‘day surgery’ o eventualmente in ‘week Surgery’ con la possibilità di appoggio nei letti di medicina e infine di un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’emergenza-urgenza.

Ospedali di base sede di pronto soccorso Per un bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti, un tempo di percorrenza inferiore a 60 minuti verso il Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) di riferimento e numero di accessi superiore a 20.000. E’ deputato ad effettuare in emergenza-urgenza procedure diagnostiche, trattamenti terapeutici, ricovero oppure stabilizzazione clinica e trasferimento urgente al Dea di livello superiore di cura.

Ospedali sede di Dea di primo livello Esegue tutti gli interventi previsti per l’ospedale sede di Ps e svolge funzioni di pronto soccorso e accettazione in ‘emergenza-urgenza’ per patologie di maggiore complessità, di osservazione breve intensiva e di medicina di urgenza e, ove necessario, trasferisce in continuità di assistenza al Dea di secondo livello (hub) per livello superiore di cura. La struttura sede di Dea di primo livello serve un bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti con un numero di accessi annui appropriati superiore a 45.000 e deve essere dotato delle strutture già riportate in precedenza.

Ospedali Dea di secondo livello. Esegue tutti gli interventi previsti nell’ospedale sede di Dea di ptimo livello ed è sede di discipline di riferimento per le reti delle patologie complesse; effettua le funzioni di pronto soccorso e accettazione in emergenza- urgenza per il trattamento delle patologie acute ad elevata complessità. La struttura sede di DEA di II° livello serve un bacino d utenza compreso tra 600.00 e 1.200.000 abitanti, con numero di accessi annui appropriati superiore a 70.000 e deve essere dotato delle strutture già riportate in precedenza. 

Il modello programmato complessivamente dal presente piano anche per il Cilento, quindi, propone una organizzazione in rete in grado di realizzare un processo di razionalizzazione delle prestazioni ospedaliere, una comunicazione con il territorio con l’obiettivo di spostare il baricentro delle cure, ed elevare la qualità e l’appropriatezza dei servizi offerti. Se sarà o no una buona idea lo sapremo nel primo trimestre del 2017, quando sarà effettuata una valutazione dell’operatività di tutti i punti di accesso, con riferimento all’anno 2016, al fine di verificare il numero di accessi e valutarne la compatibilità con gli standard pari a 20.000 accessi per il pronto soccorso, 45.000 per il Dea di primo livello e 70.000 per il Dea di secondo livello. L’unico Dea di primo livello, in Cilento, rimarrà comunque l’ospedale di Vallo della Lucania.

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