San Precario, Beata Ignoranza, Beata Assunta e i “contratti di disponibilità”

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San Precario, Beata Ignoranza, Beata Assunta e i “contratti di disponibilità”

Dopo San Precario, il santo protettore della categoria, Beata Ignoranza, il santino con il volto del ministro Maristella Gelmini distribuito durante le manifestazioni, oggi è comparsa quindi anche la statua della «Beata Assunta». La Statua, cui si rivolgono le preghiere dei docenti in attesa di cattedra.

La legge nazionale n°133/08 l’ha fatta grossa. Ha fatto rendere "terreni" qualche Santo mentre qualche categoria umana terrena si è resa "Santa". San Precario della scuola, è, fra i tanti santi precari, quello più sbandato, quello, oggi, più arrabbiato. Non comprende, il "santo precario della scuola",come mai il suo posto di lavoro, che fino ad oggi gli è stato garantito annualmente, oggi si trasforma in disoccupazione.

Il governo l’ha fatta grossa, non immaginando cosa può causare la confusione, le abitudini di un lavoro assicurato, anche se precario. L’ha fatta grossa dimenticando per quanti anni ha fatto da calmiere sociale la scuola, da quanti anni ha giocato, a favore della politica, infilare migliaia di persone in quel contenitore scuola, con buona pace di certa classe politica  e di certa classe amministrativa. Si sono trovati in mano una bomba. Un autunno parecchio caldo. Di fronte a loro, uomini e donne spaventati a morte. Non c’è altro senza lavoro. Nessun programma, nessun futuro immaginabile. Nonostante si racconti loro che in tempo di crisi e di incertezze bisogna inventarsi un nuovo modo di vivere. Dopo decenni di solite cose, (è dal ’90 che siamo in crisi ascendente) di solita guerra fra poveri, dove si affinano le furbizie fra domande e graduatorie, dove le antenne cresciute sul capo sono capaci di captare il più piccolo cambiamento fra autonomie scolastiche e decreti, dopo essersi abituati a tutto questo, come si fa?

Ci si ribella ed è lotta. Si protesta contro i tagli. Su tutto il territorio nazionale, dove più e dove meno, ma ovunque, si lotta. Le manifestazioni a tratti anche cruente, inducono alla solidarietà, vengono prese come vessillo da politici fiancheggiatori. Si scuote il governo e il ministro Gelmini ora per i precari propone alternative: indennità di disoccupazione e supplenze brevi. Ma saranno alternative efficaci?

Mercoledì in consiglio dei ministri si discuterà sui "contratti di disponibilità", il governo annuncia una soluzione per ridurre l’impatto della riduzione di posti. Con la protezione della "Beata Assunta", sulla scalinata del ministero dell’Istruzione.  Il Consiglio dei ministri ha dato via libera a un’intesa per tutelare gli insegnanti precari annuali. «Abbiamo proposto una norma di legge che verrà inserita in un decreto legge ad hoc o nel cosiddetto decreto Ronchi – ha spiegato in una conferenza stampa il ministro Maria Stella Gelmini- sui supplenti annuali. Attraverso una convenzione che coinvolge Welfare, Istruzione e Inps a questi lavoratori verrà garantita un’indennità di disoccupazione e una via preferenziale per l’accesso alle supplenze brevi».

Durante la trattativa tra tecnici del ministero e sindacati sono stati definiti «contratti di disponibilità», cioè, tutte le supplenze brevi. Quello che in sostanza le scuole offriranno prioritariamente agli insegnanti precari, abilitati, iscritti nelle graduatorie a esaurimento e che hanno avuto solo supplenze annuali nello scorso anno scolastico. Questa scelta si affianca a una convenzione stipulata con l’Inps con cui si gestirà automaticamente l’attivazione e la cessazione dell’indennità di disoccupazione.

Lavoro e indennità di disoccupazione dunque si alterneranno tutelando il lavoratore dal punto di vista retributivo e delle competenze. Oltre a un vantaggio per l’insegnante precario che non dovrà recarsi all’Inps per chiedere l’indennità di disoccupazione o per comunicare l’inizio di un nuovo rapporto di lavoro, la procedura informativa consentirà alle singole scuole di comunicare gli eventuali casi di rifiuto immotivato della supplenza da parte dell’insegnante precario, che determineranno la perdita del diritto all’indennità di disoccupazione. Per gli insegnanti e per gli Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi) le scuole, infatti, versano all’Inps la contribuzione contro la disoccupazione involontaria. Questo significa che agli insegnanti e agli Ata precari che abbiano i requisiti previsti dalla legislazione vigente spetta l’indennità di disoccupazione con requisiti ordinari.

La durata dell’indennità di disoccupazione è di otto mesi che diventano 12 per coloro i quali hanno superato i 50 anni. Con la stessa norma sulle supplenze brevi il personale che accetti tutte le occasioni di supplenze avrà diritto al punteggio per l’intero anno di servizio nelle graduatorie a esaurimento. Inoltre, sono già state stipulate convenzioni con le regioni (per ora Sicilia e Sardegna, ma ci sono trattative avviate con altre regioni per analoghi accordi) per coinvolgere questi stessi insegnanti precari in progetti di rafforzamento dell’offerta formativa finanziati con risorse dei Por (Piani operativi regionali) e dei Pon (piani operativi nazionali).

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