Tra 20 giorni l’appello del processo Massimo Casalnuovo, il padre: «L’ambulanza si fermò a metà strada»

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Tra 20 giorni l’appello del processo Massimo Casalnuovo, il padre: «L’ambulanza si fermò a metà strada»

Tra 20 giorni il processo per la morte di Massimo Casalnuovo riprenderà in corte d’appello a Potenza per la prima udienza in secondo grado. La vicenda è finita in tribunale con la sentenza di assoluzione in primo grado, arrivata a luglio 2013, per il maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo, accusato di omicidio preterintenzionale. L’uomo è stato assolto con formula piena. A pochi giorni dall’inizio del processo in appello, fissato per il 25 febbraio, il padre del giovane si chiede perché l’ambulanza che ha soccorso Massimo si sia fermata a metà strada «per aspettarne un’altra appropriata». «Cosa necessitava l’arrivo della seconda ambulanza? – dice Osvaldo Casalnuovo – Forse la prima non aveva il personale appropriato ad un codice rosso? O la chiamata di emergenza inviata al 118, inoltrata dal carabiniere, non aveva descritto il caso come codice rosso?». Massimo Casalnuovo, 22enne di Buonabitacolo è morto la sera del 20 agosto 2011 nel piccolo centro valdianese. Il giovane, deceduto per i traumi riportati sul corpo, non si era fermato con il suo motorino all’alt che gli era stato intimato dai carabinieri che stavano prestando servizio a un posto di blocco nel centro del paese. Nelle ore immediatamente successive all’incidente, due versioni totalmente opposte tra loro hanno iniziato a fare il giro della cittadina. La prima sosteneva che Massimo fosse caduto dopo avere cercato di investire il maresciallo. L’altra, di alcuni testimoni, affermava invece che il mezzo del giovane era sbandato per un calcio sferrato allo scooter dal Cunsolo. Il processo d’appello si terrà a Potenza.

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