Tragedia Ciclope, a Camerota messa per Crescenzo. Don Gianni: «Tutto precipita in pericoloso e complice silenzio»

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Tragedia Ciclope, a Camerota messa per Crescenzo. Don Gianni: «Tutto precipita in pericoloso e complice silenzio»

Sono passate poco più di due settimane dalla tragedia del Ciclope. Lunedì 10 agosto nella «grotta della musica», a Marina di Camerota, è morto Crescenzo Della Ragione, un ragazzo di 27 anni di Napoli schiacciato da un masso mentre si riparava dalla pioggia. Sono ancora tanti, forse troppi, i punti della vicenda tuttora oscuri.C’è da chiarire innanzitutto l’esatta dinamica dell’incidente. C’è da trovare, in primis, la pietra che avrebbe colpito in testa il giovane, che si sarebbe staccata da 60 metri di altezza e che misteriosamente è scomparsa. Dal lavoro degli inquirenti non emergono ancora particolari. Secondo fonti molto vicine agli ambienti investigativi, in questi giorni gli investigatori dovrebbero consegnare al magistrato una prima informativa sullo stato di avanzamento delle indagini. Per il momento quattro persone sono iscritte nel registro degli indagati. Si tratta del sindaco di Camerota, Antonio Romano, del titolare della discoteca Il Ciclope, Raffaele (Lello) Sacco, e i due tecnici di Caserta. Il caso di Crescenzo è arrivato martedì in consiglio comunale.

Torna sulla vicenda anche don Gianni Citro, parroco di Marina di Camerota. Il sacerdote, infatti, sta organizzando una messa in memoria del 27enne che si terrà nella chiesa Sant’Alfonso in piazza San Domenico ad un mese dal tragico evento. «Certamente quanto accaduto nella notte fra il 10 e l’11 di agosto di quest’anno al Ciclope è un fatto che ha creato nel sentimento, nella coscienza delle persone, una grande confusione, un senso di smarrimento ma soprattutto una grande volontà di fare chiarezza», spiega don Gianni. Il parroco, ideatore tra l’altro del Meeting del Mare, da tempo denuncia la situazione di rischio in cui versa Il Ciclope ed è stato l’unico del posto ad essere ringraziato dal padre di Crescenzo per la vicinanza dimostrata alla famiglia. «Io come pastore di questa comunità di fede, oltre alle iniziative di denuncia che ho già fatto in maniera determinata e convita, stiamo parlando di un argomento che a me era già chiaro perché già altre volte era accaduto – continua Citro che si sofferma a parlare della messa in onore di Crescenzo, sottolineando come stia cadendo tutto nel silenzio più totale -. Noi vogliamo portare il contributo della preghiera, della speranza e della riflessione attraverso una messa che sarà celebrata ad un mese di distanza da questo fatto luttuoso e tremendo che non deve passare inosservato ed ho già la sensazione che tutto stia precipitando in un pericoloso e complice silenzio». «C’è bisogno di riportare in vita – conclude don Gianni – non solo il ricordo ma anche il fatto per una questione di futuro. Questo per programmare ciò che accadrà nella maniera più sensibile, coscienziosa e legale possibile».

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