Terremoto, tra le macerie il coraggio degli angeli del Cilento: «Ecco cosa abbiamo visto»

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Terremoto, tra le macerie il coraggio degli angeli del Cilento: «Ecco cosa abbiamo visto»

Nicola Sica, Donato Infante e Nicola Santomauro, iscritti alla protezione civile ‘Orria – Piano Vetrale – Casino Lebano’, di cui Santomauro ne è il vice presidente, sono partiti sabato 24 settembre per Amatrice, come volontari, per rientrare sabato 1 ottobre. L’associazione, nata il 29 agosto vede come presidente il consigliere comunale di Orria, Fulvio Di Matteo e fa parte dell’associazione di volontariato di protezione civile del ‘Gruppo Lucano’ con sede a Viggiano, in provincia di Potenza. I volontari cilentani, uniti al ‘Gruppo Lucano’ sono coordinati da Egidio Lacanna, direttore operativo del ‘Gruppo Lucano Settore Cooperazione Promoeso’. Le zone colpite dal terremoto lo scorso 24 agosto con epicentro lungo la Valle del Tronto tra i Comuni di Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto hanno ancora molto bisogno di aiuto e la protezione civile assieme alle forze dell’ordine fa scendere in campo i volontari per dare un sostegno sia fisico che morale alle popolazioni colpite dal sisma. I tre cilentani, fino a sabato, sono volontari in una delle tante frazioni di Amatrice, Saletta. In questo piccolo borgo su 13 abitanti ci sono stati 22 morti. Poiché erano in paese anche turisti e persone originarie di Saletta che si trovavano lì in ferie. Il Gruppo Lucano, siccome la regione Basilicata non è stata attivata per l’emergenza, ha espressamente richiesto alla protezione civile Lazio il permesso di partecipare come ‘ospite’ e infatti sono stati assegnati in cooperazione con la protezione civile ‘Coordinamento Regione Lazio Aeopc’.

Il racconto
«Intorno a noi ci sono solo macerie, quando siamo arrivati sabato sera era buio e non avevamo avuto modo di vedere cosa ci fosse introno a noi. Ma quando ci siamo svegliati il mattino successivo ci siamo ritrovati cumuli di macerie davanti agli occhi», racconta Nicola Santomauro, vice presidente della protezione civile ‘Orria – Piano Vetrale – Casino Lebano’. Racconta la sua esperienza ai nostri microfoni, dopo aver trovato un po’ di tempo per rispondere al telefono. Poi Santomauro racconta il lavoro che i volontari come lui svolgono sul luogo: «Ci occupiamo della mensa, dei preparativi di rifornimento, il controllo delle risorse che arrivano un po’ da tutta Italia, se sono in buono stato, vediamo la data di scadenza. Cerchiamo di dare una mano a tutto e tutti, di renderci utili in qualsiasi possibile settore. Siamo un campo, inoltre, che fa da mensa a tutte le forze dell’ordine presenti sul posto. La notte abbiamo, per dire, il coprifuoco, perché si attiva il piano anti sciacallaggio. Ti dirò la verità, – e qui Nicola cambia improvvisamente il tono della voce – passare del tempo qui, tra le macerie di un paese distrutto e tra queste persone che hanno visto così tanta sofferenza, ti fa capire che stai vivendo un’esperienza che ti cambia la vita per sempre».

Successivamente il vice presidente racconta gli episodi e i dialoghi avuti con la gente del posto. «La mattina mi alzo presto per volontà mia ed esco, confinando anche in quelle che sono ancora le zone rosse. Stamattina mi ha fermato un signore chiedendomi dove fossi diretto, gli ho detto che stavo facendo ‘un giro’ così mi ha portato con sé. Mi ha fatto vedere ciò che era rimasto della sua casa, spiegandomi che aveva radici antiche, probabilmente risalenti al 1800. Gente che vive ancora di quelle che sono le tradizioni antiche, legate alla pastorizia, alle coltivazioni… Gli allevamenti, che per loro erano una fonte primaria ora sono andati distrutti. Tra le vittime ci sono stati anche turisti, 3 di questi si trovavano in un Bed&Breakfast, i proprietari, marito e moglie, si sono salvati per miracolo ritrovandosi con il letto in mezzo alla strada. Una signora mi racconta di aver perso la figlia, il genero e due nipoti, uno di 6 mesi…Di fronte ai loro racconti io non sapevo cosa dire, mi sentivo paralizzato, non riuscivo a rispondere. Una signora rumena mi spiega che il marito per la paura è svenuto durante il terremoto. Ma uno degli episodi che mi ha toccato di più è quello di un signore che usciva con il rastrello sulle spalle e gli ho detto di essere prudente e di evitare di spostarsi visto il pericolo, ma lui con occhi del tutto rassegnati mi ha risposto che non gli interessava più nulla ormai del pericolo, diceva di aver perso tutto quello che aveva ormai».

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