Tribunale Vallo tra peggiori d’Italia, presidente: «Cause della crisi sono note. Abbiamo chiesto provvedimenti»

I procedimenti civili, in alcuni tribunali dello Stivale, durano troppo tempo. Anche se i dati sono leggermente migliorati rispetto a 6 anni fa, dal monitoraggio effettuato dal Ministero della Giustizia, emerge un enorme divario tra tribunali del Nord e del Sud, qualunque sia l’indice che si utilizza. Nella speciale classifica stilata da Truenumbers, il palazzo di giustizia di Vallo della Lucania si piazza addirittura al secondo posto, tra i peggiori. «Sono fuori sede per motivi di famiglia e ho appreso di recenti e ricorrenti notizie di stampa sulle scarse perfomance del Tribunale di Vallo. Riservando ad altro momento un comunicato più completo, devo sottolineare come le cause della crisi del Tribunale di Vallo sono ben note e tuttavia non affrontate con i provvedimenti che da tempo io ed i miei predecessori abbiamo richiesto». A parlare ai microfoni del giornale del Cilento è il presidente del tribunale di Vallo della Lucania Gaetano De Luca.

Per De Luca le cause andrebbero ricercate «nella mancanza di magistrati locali che ha fatto di Vallo una sede ad alto avvicendamento di giudici per cui vi prestano servizio solo magistrati di prima nomina; il breve periodo di permanenza di ognuno di loro: tre anni che si riducono anche ad uno in caso, ricorrente, di maternità; i tempi per le sostituzioni di coloro che sono trasferiti; la naturale non elevatissima  produttività dei magistrati di prima nomina; l’alta causidicità della zona, l’elevato numero degli avvocati (oltre 700) , la mancata dichiarazione di sede disagiata che comporterebbe maggiori compensi e punteggi per i giudici  ad essa assegnati; il mancato adeguamento della pianta organica (12 giudici compreso il presidente)». 

«Per esemplificare – conclude De Luca – un giudice civile (ce ne dovrebbero essere cinque) ha 1350 processi ruolo, oltre 1.500 un giudice monocratico penale. Fra poco, a fine anno su dodici magistrati ne resteranno in servizio sei almeno fino a settembre del 2017. Lascio a voi le dovute riflessioni».

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